Com’era facile prevedere, l’app Ruspadana, che per primo il nostro sito ha segnalato, seguito poi da diversi blogger e testate giornalistiche, ha avuto vita breve sull’App Store. Il gioco, creato da Matteo Barni, Giampiero Salemme e Marco Romano – sviluppatori secondo fonti di stampa dell’Apple Academy di Napoli – aveva probabilmente un intento goliardico ma scarsamente evidente tanto che in tanti si sono arrabbiati e indignati per la dinamica del gioco: “Fermare l’invasione”, ripulendo le strade schiacciando immigrati di colore con una ruspa.
Nel “gioco” appariva per qualche istante anche la foto di Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, noto per avere inventato proprio lo stilema della ruspa da usare per spianare gli insediamenti nomadi.
L’intento goliardico, non particolarmente evidente, del resto non avrebbe dovuto salvare il gioco dalla mannaia dei revisori di App Store. L’app, in effetti, viola specifiche norme del negozio online di Apple che, come dovrebbe sapere bene chi sviluppa giochi, vieta contenuti “diffamatori, discriminatori e meschini”, inclusi riferimenti o commenti su “religione, razza, orientamento sessuale, genere, provenienza etnica”. Particolarmente vietate sull’App Store sono le app che mettono in pericolo o prendono di mira individui o gruppi. Nei giochi non è possibile rappresentare “nemici” che hanno come target specifiche razze, culture, governi, aziende o entità del mondo reale.
Il gioco è probabilmente passato per errore e forse chi ha eseguito i controlli non ha neanche capito di cosa si trattasse. Merito o demerito, Apple ha ad ogni modo un sistema di approvazione mostruosamente accentrato dove chi svolge questo compito ha certamente dettami tecnici molto precisi ma essendo del tutto estraneo ad alcuni ambiti culturali non è in grado di comprendere le sfumature come quella di Ruspadana. Come abbiamo spiegato in passato, l’App Store è un mondo fatto di trucchi, errori, giochi di parole, complesse procedure di approvazione e incomprensibili rifiuti; ma anche un mondo che si è evoluto e che oggi deve gestire un’incredibile complessità di situazioni, e non sempre è facile tenere conto di ciò che è approvato e molti problemi si comprendono solo dopo l’effettiva approvazione.