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Apple, gabbia dorata per impedire a Fadell di lavorare per una concorrente?

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Apple ha costruito una gabbia dorata intorno a Fadell per impedirgli di portare la sua esperienza e le sue conoscenze altrove, presso una concorrente? Difficile sostenere con certezza che le mosse attuate nel corso degli ultimi giorni, compresa l’€™assunzione in qualità  di ‘€œconsulente’€ di Jobs, siano finalizzate a rendere sconsigliabile all’€™ex capo della divisione iPod migrare subito verso altri lidi, ma lo svelamento del pacchetto economico e dei meccanismi che regolano la sua partenza, lasciano supporre che la strategia sia questa e che Cupertino abbia prima di ogni altra cosa, nell’€™avvicendamento dei manager, voluto impedire che Fadell potesse arricchire con il know how costruito in Apple qualcuna delle avversarie di Cupertino.

Per capire che cosa si intende, basta leggere il documento presentato alla Sec dal quale sembra che Apple abbia letteralmente ‘€œcoperto’€ d’€™oro il buen retiro di Fadell: 300mila dollari l’€™anno, 77500 azioni Apple (valore attuale 8 milioni di dollari), tutti i benefici dati ai manager Apple in fondi pensione e assistenza sanitaria. Questo purchè Fadell resti in Apple fino al 24 marzo 2010, data di scadenza del contratto, e alla condizione di liberare Apple stessa da ogni eventuale rivendicazione e causa legale passata, presente e futura.

Quattordici mesi sono un tempo molto lungo nel settore della tecnologia, certamente lungo abbastanza per far invecchiare le conoscenze di Fadell sulle strategie di Apple nel settore dei dispositivi mobili e di iPod (che tra 14 mesi potrebbe anche essere sparito nella forma cui Fadell ha contribuito a creare) e a renderle poco utili ai fini di costruire intorno ad esse il business di una concorrente. A sterilizzare le conoscenze di Fadell è certamente finalizzato anche l’€™impegno a non avvicinare dipendenti Apple per un anno dalla sua partenza e forse pure la partenza contestuale della moglie che aveva un ruolo preminente (direttore delle risorse umane, ovvero il manager che si occupava dei reclutamenti) potrebbe rientrare in un contesto di chiusura definitiva dei contatti tra un ambiente preziosissimo per Apple e un manager che sapeva moltissimo, se non tutto, di quel che la Mela fa in quel settore.

D’€™altra parte una simile strategia, prepensionamento e reclutamento in forma di consulente, venne seguita anche nel momento della partenza di Jon Rubinstein (che forse non a caso precedette Fadell nel suo ruolo). A distanza di qualche tempo poi Rubinstein riapparve alla Palm con un ruolo molto simile a quello che aveva avuto in Apple, mentre però Apple aveva già  fatto molta strada dai tempi in cui ci lavorava Rubinstein.

Se quanto sopra fosse vero e realmente Apple ha deciso di costruire a suon di dollari intorno a Fadell un campo di forza per l’oblio delle sue conoscenze, come apparentemente ha fatto con Rubinstein, si potrebbero aprire scenari un po’€™ diversi da quelli ipotizzati nelle prime ore dall’€™annuncio della partenza del capo della divisione iPod.

Il suo abbandono potrebbe, ad esempio, essere avvenuto non per una scelta ‘€œfamigliare’€ (o non solo per questo) ma dovuta ad una riorganizzazione strategica e strutturale che l’€™ha estromesso di fatto dai vertici e costretto o consigliato a cercarsi un altro posto; in questo caso si può scommettere che per primavera del 2010 Fadell vedremo riemergere dall’oscurità  Fadell. E su di lui non ci saranno i riflettori di Apple.

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