Lightstorm Entertainment di James Cameron utilizzerà il nuovo sistema di telecamere cinematografiche VENICE di Sony per la lavorazione degli imminenti sequel di Avatar. Il nuovo sistema cinematografico CineAlta di Sony è stato scelto per la lavorazione di tutta la produzione di imaging; l’esclusivo sistema di estensione di Sony permette di catturare immagini finora impossibili.
Il primo Avatar uscito nel 2009, anche questo girato con telecamere professionali Sony, ha infranto i record ai botteghini con la sua trama avvincente, il 3D immersivo e spettacolari effetti visivi. I nuovi sequel della serie vedranno miglioramenti significativi a livello visivo, con effetti speciali avanzati, requisiti di produzione più elaborati e sequenze d’azione impegnative.
Secondo Lightstorm, il sistema di telecamere Venice di Sony è stato la scelta giusta per continuare a raccontare la storia di Avatar e regalare al pubblico una esperienza completamente nuova.
«La telecamera Venice offre la più stupefacente qualità dell’immagine che abbiate mai visto – dichiara il regista James Cameron – I neri sono ricchi, profondi e morbidi, le zone di massima luce e le fonti luminose sono straordinariamente brillanti. Per la prima volta possiamo veramente apprezzare ciò che significa High Dynamic Range».
La lavorazione dei sequel di Avatar utilizzando Venice è prevista per il primo trimestre del 2019, mentre la performance capture è già in corso. Il processo è supportato da una serie di ulteriori tecnologie di imaging di Sony, incluse numerose telecamere Alpha mirrorless con ottica intercambiabile, i camcorder PXW-Z450 e PXW-320 e la telecamera compatta RX0. La produzione utilizza anche Sony F55 e le fotocamere Alpha per registrare filmati e pose del dietro le quinte.
«Per 19 anni mi sono divertito a girare con telecamere CineAlta di Sony, ma sono davvero impaziente di girare Avatar 2 e 3 con la nuova telecamera Venice» aggiunge Cameron. Sony ha lavorato a stretto contatto con Lightstorm per personalizzare Venice per le sue specifiche esigenze, con regolari incontri tra James Cameron, il suo team di produzione e la squadra di tecnici Sony.
«Il nostro obiettivo in questa continua collaborazione di sviluppo congiunto è permettere a Lightstorm di realizzare la propria vision e approccio unico alla narrazione» commentata Neal Manowitz, Vice President di Digital Imaging di Sony Electronics. «Per Avatar, Venice verrà utilizzata in ambienti molto impegnativi. Il sensore Full Frame della telecamera fornisce loro completa flessibilità e libertà di scegliere rapporti di formato, vari bokeh e ottiche che si adattino ai loro requisiti di ripresa».
La collaborazione tra Sony e Lightstorm è iniziata nel 1999 e ha portato alla realizzazione di un sistema di estensione unico che permette di rimuovere il corpo della telecamera dall’effettivo blocco del sensore dell’immagine. Un approccio simile è stato adottato per Venice, con ciascun sensore e il corpo della telecamera collegati mediante un cavo fino a una distanze di 6 metri, senza alcun degrado della qualità dell’immagine.
Per i sequel di Avatar, diverse telecamere Venice saranno abbinate in vari rig 3D stereoscopici. Utilizzando il nuovo sistema di cablaggio di Sony, le uniche parti di Venice trasportate sul rig saranno i blocchi ottici del sensore dell’immagine, riducendo sensibilmente il peso della telecamera a bordo di circa 1,3 kg per ciascun blocco del sensore.
Riducendo il peso e migliorando l’ergonomia, Cameron e la squadra Lightstorm avranno la possibilità di filmare con maggiore flessibilità e libertà. «Questo nuovo sistema di estensione è il frutto di un processo di ascolto dei nostri clienti, di raccolta di feedback convincenti e costanti, e poi dell’incorporazione di queste informazioni nello sviluppo del nostro prodotto» aggiunge Peter Crithary, marketing manager, telecamere cinematografiche di Sony.
«I sequel di Avatar saranno tra i primi film a utilizzare il nuovo Venice Extension, ma c’è un enorme potenziale per un uso più ampio con steadicam portatili, droni e gimbal, e montaggio remoto in spazi ristretti».