«Lo voglio con Siri per Android». La pretesa, ascoltata con le nostre orecchie in un negozio di telefoni, purtroppo per il momento (e diremmo per sempre) non è praticabile. Apple non fornisce un Siri per Android per molteplici ragioni: la prima e principale è che si tratta di un prodotto che consegna un valore strategico alla sua offerta integrata di servizi, hardware e software. Sarebbe folle smantellare il sistema e quindi depotenziare le vendite di hardware, da cui Cupertino trae una enorme quantità di profitti, per mettere il suo assistente virtuale su un telefono concorrente di iPhone.
In realtà in passato sul Google Play Store sono apparse applicazioni che si spacciavano per Siri. Ma è noto che quel negozio non è presidiato ferreamente e qui programmi, tutti rigorosamente tarocchi, non facevano affatto quel che promettevano. Ma prima di essere rimossi hanno generato decine di migliaia di download suscitando la speranza che davvero qualcuno fosse riuscito nell’impresa che Jobs avrebbe definito “far ghiacciare l’inferno“. Sono apparsi anche alcuni crack che hanno, brevemente, portato Siri fuori dal suo contesto naturale, ma Apple li ha “stesi” quasi subito.
Stabilito che Siri per Android non è mai esistito e mai esisterà, e che quindi qualunque applicazione che promette di farvi attivare il vostro telefono con il classico Hey Siri sarà solo una presa in giro, non esiste certo un deserto in fatto di assistenti virtuali. Google Now fu infatti il primo Siri per Android, successivamente sorpassato (ma no ancora estinto) quando arrivò Google Assistant. Anche se Google Assistant differisce per diversi aspetti da Siri, al punto che definirlo Siri per Android è un po’ fuorviante, in fondo svolge lo stesso compito.
Se fino a qualche mese fa Google Now lasciava un po’ l’amaro in bocca agli utenti del robottino verde, con l’avvento di Google Assistant, i possessori di uno smartphone di Google non dovrebbero rimpiangere più l’assenza di Siri per Android. Lo dicono del resto anche alcuni test e alcuni aspetti di funzionalità
Siri per Android, chiamatelo Google Assistant
Compatibilità
Google Assistant è, nella quasi totalità dei casi, installato di default su qualsiasi dispositivo Android supportato. Per avere Google Assistant è sufficiente disporre di uno smartphone con Android 6.0 o versioni successive, con almeno 1,5 GB di RAM, e una risoluzione dello schermo 720p o superiore.
Installazione
In realtà non c’è nulla da installare, perché nel 90% dei casi, già al primo avvio, Google Assistant sarà disponibile sullo smartphone. Semmai, dovrà essere attivato e configurato per il corretto funzionamento. Per farlo è sufficiente mantenere la pressione del tasto Home per qualche secondo. Su Android, il tasto Home può essere fisico o virtuale: in ogni caso non fa differenza, lo si dovrà premere per pochi istanti. E’ anche possibile che al primo avvio lo smartphone chieda, subito dopo aver inserito il proprio account Google, anche di configurare l’Assistente, così da trovarlo subito pronto al primo avvio.
Sblocco vocale
La configurazione è estremamente semplice: sarà sufficiente ripetere a voce alta, in un luogo privo di molti rumori, la frase “Ok, Google”. In questo modo, non solo l’assistente virtuale sarà calibrato perfettamente, ma riconoscerà anche l’utente, potendo sbloccare il terminale direttamente con la voce. Per intenderci meglio: accendendo il dispositivo sulla schermata di blocco, quella dove viene richiesto il PIN, sarà possibile passare alla Home senza immettere password, semplicemente dicendo ad alta voce le parole “Ok, Google”. Affinché quest’ultimo meccanismo funzioni correttamente è bene accedere all’app di Google, cliccare sul menù Hamburger in basso a sinistra, poi Impostazioni, Voce, Voice Match, e abilitare il pulsante Sblocca con Voice Match.
Metodo alternativo
Se quanto sopra non dovesse funzionare, è possibile scaricare l’app Assistente Google da Google Play Store, naturalmente gratis. In questo modo si forzerà, semmai ce ne fosse bisogno, l’integrazione dell’assistente all’interno del sistema operativo. Se Google Assistant funziona correttamente sin dal primo avvio, potete anche risparmiarvi l’installazione di questa applicazione, che è comunque ufficiale. Nel caso di problemi, provate a scaricarla, direttamente a questo indirizzo. E’ possibile installare anche una versione Go, ossia più leggera, per i dispositivi meno potenti.
Esiste l’Assistente Google per iOS?
Come già accennato esiste Google per iOs. Google investe molto sui propri servizi e quasi sempre li esporta anche su piattaforme hardware di terze parti. Lo ha fatto con Mappe, Cloud, con YouTube, con la piattaforma di streaming musicale, e non fa eccezione nemmeno per Google Assistant iOS. Per godere dell’assistente virtuale di Google su iPhone e iPad è sufficiente scaricare la relativa applicazione gratuita da App Store.
Installazione e utilizzo di Google Assistant su iOS
La prima cosa da fare per utilizzare Assistente Google su iPhone e iPad è scaricare l’applicazione a questo indirizzo. Dopo averla avviata sarà richiesto l’inserimento della propria mail Google. Successivamente il sistema richiederà i permessi per accedere a notifiche e microfono. Ovviamente, il consiglio è quello di fornire ambo i permessi, per sfruttare a pieno l’assistente vocale di Google.
Su iOS, purtroppo, non è possibile impostare Assistente Google come assistente vocale predefinito. Questo vuol dire che non sarà possibile richiamarlo tramite pressione prolungata del tasto Home, né tantomeno tramite il comando “Ok Google” pronunciato dalla schermata di blocco o da altre app. Per poter usare Google Assistant su iOS si dovrà cliccare sull’applicazione installata, e solo all’interno di questa si potrà pronunziare il comando “Ok Google”; in alternativa si potrà cliccare sull’icona del microfono, per poter chiedere l’aiuto dell’assistente. Al di là di questa importante limitazione, il funzionamento e le capacità del servizio, sono uguali sia su iOS, che su Android.
Cosa può fare Google Assistant?
Sebbene non esista Siri per Android, Google Assistant è una valida alternativa. Anzi, a detta di pubblico e critica è superiore all’assistente di Apple, che al momento viene ritenuto tra i peggiori. Anzitutto, Google Assistant per iOS e Android può gestire le proprie attività, quindi inviare messaggi, impostare dei promemoria, aprire applicazioni o servizi, e molto altro ancora. Ad esempio, gli si può chiedere informazioni meteo, i risultati di una determinata squadra di calcio, i prossimi eventi sportivi. Ed ancora, è possibile salutarlo per ottenere informazioni sugli impegni giornalieri presenti in calendario, e ricevere le ultime notizie trasmesse dai principali notiziari. Peraltro, Assistente Google è perfettamente integrato con le principali app di messaggistica instantanea, quindi è possibile chiedergli di inviare messaggi WhatsApp, piuttosto che Telegram, e altri ancora.
E’ ancora possibile chiedere a Google Assistant di riprodurre un po’ di musica, o perfino di raccontarvi una barzelletta, o perché no di fornirvi indicazioni stradali per raggiungere una determinata meta. Elencare tutte le possibili azioni che l’assistente compie è impresa ardua, anche perché Google Assistant impara quotidianamente qualcosa di nuovo. Provate perfino a chiedergli di cantare una canzone, non rimarrete affatto delusi. Ancora, grazie all’assistente è possibile avviare telefonate, effettuare calcoli e conversioni di valute o misure, o ancora impostare sveglie e timer al volo. Tra le altre, l’Assistente Google può tradurre al volo frasi e parole in svariate lingue.
Domotica
Come già anticipato, Assistente Google, o Google Assistant che dir si voglia, aiuta l’utente anche in casa, controllando numerose periferiche connesse. Di base, con l’assistente installato su smartphone non è possibile controllare luci smart, come le Philips Hue ad esempio, e nemmeno inviare agli altoparlanti chromecast sparsi per casa la musica in riproduzione. Per abilitare queste funzioni è necessario Google Home, l’altoparlante di Google disponibile anche in Italia, con l’Assistente Google installato a bordo.
Google Home
Noi di Macitynet abbiamo recensito Google Home Mini solo qualche giorno fa. Vi lasciamo alla lettura dell’articolo per comprendere quali sono le sue effettive potenzialità. Google Home e Home Mini si acquistano sullo store ufficiale Google al prezzo, rispettivamente di 149 e 59 euro. Se si vuole risparmiare è possibile acquistare il prodotto su eBay, anche in versione UK o USA (dopo il primo abbinamento l’altoparlante parlerà perfettamente in italiano)
Esplora
Aprendo la schermata principale di Google Assistant, sia su iOS, che su Android, sarà possibile cliccare sull’icona blu a forma di cassetto, all’interno della quale saranno presenti numerose app e servizi che lavorano in abbinamento a Google Assistant. Per fare un esempio, l’app della Guida TV permette di formulare frasi di questo tipo:” Ok Google, chiede a Guida TV che cosa c’è in onda questa sera su Canale 5“. Ovviamente, sono davvero tante le app disponibili, che spaziano da quelle relative a Voli & Hotel, ad altre su Mezzi Pubblici, e altre ancora.
Google Now
La precedente alternativa a Siri per Android si chiamava Google Now. Si tratta di un assistente Google meno evoluto di Google Assistant, che è tutt’ora attivo su tutti gli smartphone Android. Sta pian piano cadendo in disuso, tanto che ci si aspetta una sua rimozione a breve. Ad ogni modo, cliccando sul microfono presente all’interno del widget di Google, lo si potrà richiamare quale alternativa all’Assistente Google. In verità, risulta ormai poco utile.
Siri contro Assistente Google
Sente la voce ma non capisce le parole. Si potrebbe resuscitare un vecchio slogan pubblicitario di fronte all’esito di alcuni test condotti in passato su Siri (e i concorrenti), svolto dall’agenzia di marketing Stone Temple Consulting. Dalla prova sembra infatti emergere che l’assistente virtuale della Mela, come apparso da altre iniziative di misurazione della precisione dei sistemi di comprensione del linguaggio, perde il confronto con tutti i rivali.
La battaglia degli assistenti vocali, naturalmente, è stata decisa a colpi di risposte fornita dai vari interlocutori digitali. Precisamente, lo studio è stato condotto su due fronti: capacità di rispondere al maggior numero di domanda e capacità di dare le risposte in modo corretto: in termini pratici, non capisce quel che diciamo. L’app Google Assistant installata su smartphone è stata in grado di battere la controparte Alexa di Amazon, Cortana di Microsoft, e Siri (per il quale del resto Apple cerca nuovi ingegneri) su entrambi i fronti.