Qual’è al momento lo smartphone in grado di realizzare foto istantanee a qualsiasi distanza con maggiore versatilità, velocità e potenza di zoom del top di gamma Huawei P20 Pro? Nella nostra recensione tutti i pro e contro di uno smartphone che è diventato un punto di riferimento in molti campi.
Macitynet ha provato a lungo il nuovo smartphone top di gamma di Huawei e dopo il piacevole stupore delle ore della presentazione lo abbiamo sperimentato in diverse occasioni potendolo confrontare con l’iPhone 8 in dotazione alla redazione. In realtà Huawei P20 Pro dovrebbe confrontarsi per dimensioni, prezzo e dotazione con un iPhone 8 Plus essendo iPhone X su una scala di prezzo superiore e avendo a disposizione un doppio obiettivo che gli permette di realizzare foto in modalità “medio tele”, ritratti ed effetto Bokeh.
Ma veniamo al P20 Pro: se la tacca sulla parte superiore dello schermo, le dimensioni generose del display di alta qualità, la capacità di memoria, la mancanza di un Jack possono farlo “volontariamente” somigliare ai modelli top di Apple, sono le prestazioni in campo fotografico ed una particolare modalità d’uso che lo rendono per molti versi unico.
- 1 La Recensione
- 1.1 Il Design, lo schermo, il notch o “tacca”, le fotocamere
- 1.2 Il riconoscimento facciale e dell’impronta
- 1.3 L’interfaccia, il software e gli aggiornamenti
- 1.4 Il processore e l’intelligenza artificiale
- 1.5 Capitolo connettività CON filo
- 1.6 La sezione fotografica
- 1.7 40 Mp o 10 Pixel? A voi la scelta
- 1.8 Ma come funzionano insieme le tre fotocamere e quali sono le tecnologie in gioco?
- 1.9 Le modalità fotografiche più interessanti
- 1.10 Il video e la moviola
- 1.11 Batteria, Durata e Ricarica
- 1.12 Pro
- 1.13 Contro
- 1.14 Conclusioni
- 1.15 Prezzo al Pubblico
La Recensione
Il Design, lo schermo, il notch o “tacca”, le fotocamere
In qualche modo tutti i telefoni usciti dopo l’iconico iPhone X devono qualcosa al modello di Apple e pure P20 Pro come tanti modelli di altre case sfruttano due elementi distintivi del suo design per accreditare l’aspetto di top di gamma: le camere disposte in verticale sul retro e il notch sulla parte alta dello schermo. Ma su P20 Pro le fotocamere sono ben 3 e difficilmente avrebbero potuto essere piazzate altrove.
Come è fatto
Per il design complessivo non possiamo che ribadire come Huawei sia in grado di realizzare terminali di qualità anche sotto l’aspetto delle finiture: i top di gamma che abbiamo provato come Mate 9, Mate 10 Pro e questo P20 Pro hanno lavorazioni di eccellenza e particolari curatissimi e, come nel caso del modello a colorazione cangiante, anche tecniche di realizzazione delle superfici all’avanguardia.
Abbiamo sempre portato il telefono in una custodia protettiva visto che abbiamo l’abitudine di trasportarlo nella tasca posteriore dei jeans ma la sensazione che si ha toccandolo e osservandolo da vicino in versione “nuda e cruda” è che ogni dettaglio sia ben rifinito senza soluzione di continuità tra vetro e metallo. Dopo diverse settimane di maltrattamenti anche la resistenza a polvere e acqua (questo è il primo modello IP67 di Huawei) è un fattore acquisito.
Ci piace inoltre il posizionamento del lettore di impronte nella parte bassa frontale: comodo da raggiungere sempre e solo parzialmente “confinato” nel caso utilizziate una custodia protettiva di elevato spessore.
Tutto intorno alla cornice abbiamo i pulsanti per spegnimento e volume, la slitta per la doppia SIM che in questo caso non ospita una possibile microSD come per altri modelli (ma abbiamo ben 128 GB a bordo), i fori per i microfoni e speaker e in alto l’emettitore/ricevitore a raggi infrarossi che trasforma il telefono in un comodo telecomando d’emergenza per TV, set top box, condizionatori…
La parte bassa è assolutamente simmetrica visto che manca, ahinoi, il Jack audio l’unica possibilità di collegamento rimane la presa USB-C con Huawei che fornisce un adattatore che andrà probabilmente perso la prossima volta che prestate le cuffie “adattate” a qualcuno. Nella confezione ci sono comunque le cuffie con spina USB-C e quelle sono deputate alle operazioni standard per conversazioni e ascolto di musica senza gran impegno. Delle notevoli capacità della USB-C vi abbiamo vi parliamo in un capitolo apposito di questa recensione.
Lo schermo
Lo schermo: si tratta di un Amoled di eccellente qualità che ha tantissimi pregi come il nero assoluto, la capacità di gestire HDR, colori saturi ma ancora naturali ed un solo difetto: cambiando l’angolazione dello schermo arriva una dominante azzurrina che raffredda tutte le immagini. Ovviamente è un problema della tecnologia adottata ma come detto i vantaggi sono tanti se mantenete lo schermo nella giusta angolazione rispetto al vostro punto di vista: le immagini scattate sono riprodotte con colori naturali anche se leggermente saturi ma mai esagerati e la visione in pieno sole non risente della elevata luminosità esterna.
La questione del notch è stata ben risolta con una preferenza nelle impostazioni che permette di inglobarlo nella cornice e la paura di chi temeva che le informazioni sulla parte superiore dello schermo fossero coperte da parte della tacca è stata risolta qui, come su altri telefoni Android con una riduzione delle dimensioni dei caratteri e delle icone preposte a segnalare le varie attività. Così se vi piace avere la tacca simil-iPhone X l’avete a disposizione altrimenti (e come piace a noi) potete renderla parte della cornice con il perfetto nero dell’amoled a bordo offrendo al telefono un look un po’ più simmetrico.
Il suono
Il suono che vista la disposizione degli speaker è funzionale al design adottato: viene sfruttato lo speaker in basso e quello che va all’orecchio per una gradevole riproduzione stereo che grazie alle dimensioni generose del terminale offre una discreta presenza sulle medie ed una ottima definizione delle alte. Ovviamente mancano i bassi ma il suono non è mai distorto neanche ai massimi livelli.
Le fotocamere
Sul retro abbiamo ben tre fotocamere, messa a fuoco laser e flash: il P20 Pro, realizzato in collaborazione con Leica ha un sensore da 40 MP, un sensore in bianco e nero da 20 MP, e un terzo teleobiettivo da 8 MP.
P20 Pro E’ dotato del sensore più grande su uno smartphone, da 1/1,7 pollici, e con zoom ibrido a 5x, e uno zoom digitale a 10x. La camera di P20 Pro è in grado di registrare video slow motion a 960 FPS a 720p
I terminali godono del supporto OIS e EIS per ridurre al massimo le vibrazioni nelle immagini e stabilizzarle al meglio.
Il riconoscimento facciale e dell’impronta
Con uno dei sistemi di riconoscimento dell’impronta più efficienti sul mercato non ci sarebbe bisogno per Huawei di aggiungere altre opzioni ma in questo modello come in molti recenti della gamma c’è anche il riconoscimento facciale che si imposta con una semplice fotografia. Non sarà ultrasicuro come il Face ID di Apple ma è sicuramente efficace e veloce se mantenete le condizioni della foto originale: scordatevi quindi di essere riconosciuti senza occhiali se li avevate addosso al momento dello scatto. Funziona discretamente anche al buio se avete la buona idea di dotare il telefono di uno sfondo di riposo abbastanza chiaro da illuminare il viso.
Per il riconoscimento dell’impronta vi abbiamo già detto della sua efficacia e velocità e qui il processore più potente sembra in grado di assolvere a tutti i compiti di sicurezza senza tentennamenti.
L’interfaccia, il software e gli aggiornamenti
E’ dotato dell’ultima versione pubblica di Android e della classica Emui 8.1.0 (stessa numerazione di Android) che risulta molto familiare agli utenti iOS fino al modello 8 tanto che è molto facile passare dall’uno all’altro terminale praticamente mantenendo gli stessi gesti. Non stiamo qui a raccontarvi pregi e difetti di Android: quello che ci interessa sottolineare è come Huawei pur utilizzando qualche volta icone un po’ arzigogolate riesce anche a produrre un effetto complessivo gradevole.
Quello che è un po spiazzante è la moltiplicazione delle applicazioni: al Play Store si affianca il negozio delle App di Huawei, all’applicazione di Google per la musica quella con il marchio cinese e così via… come se Huawei volesse in qualche modo proporre sempre una sua alternativa all’ecosistema magari pensando ad un domani senza Google. In ogni caso come vediamo nel capitolo del processore il sistema è molto fluido e le app più impegnative non offrono lag di sorta.
Quello che ci piace sottolineare è come Huawei a differenza di altri produttori sia molto attiva nell’aggiornare i propri terminali anche un po’ datati aggiungendo nuove caratteristiche (si pensi al riconoscimento facciale) anche a diversi mesi e anni dall’uscita del modello. In molti casi come si è trattato dell’aggiornamento per la modalità ritratto uscito mentre scrivevamo queste note si tratta di veri e propri cambi di direzione per un’aspetto importante delle capacità del telefono e della possibilità.
Il processore e l’intelligenza artificiale
Abbiamo già visto in articoli precedenti come il processore Kirin 970 sia in grado di portare il P20 ai massimi livelli di capacità elaborativadei terminali Huawei e vedremo poi come incide su acquisizione ed elaborazione delle immagini. Le prestazioni del telefono sono assolutamente eccellenti nella navigazione, nella gestione dello schermo e nell’uso videoludico. Anche se siamo ben lontani dalla capacità di elaborazione di iPhone 8 e iPhone X che hanno vere e proprie CPU “monstre” equivalenti o superiori ad un MacBook con processore Intel, la velocità di elaborazione è a ottimi livelli e degna di un terminale di livello medio alto.
Dove il P20 Pro offre il meglio di sé è comunque il comparto fotografico e l’azienda si è concentrata nel massimizzare gli effetti dell’AI in questo campo.
Tra le novità la tecnologia 4D predictive focus, che regola di continuo la messa a fuoco nel caso di soggetto è in movimento, come ad esempio un fiore mosso dal vento, o una persona che corre. Inoltre, grazie alla AIS (AI Image Stabilization) satà possibile scattare una foto senza treppiede, fino a 8 secondi senza che questa risulti mossa.
Capitolo connettività CON filo
Se la vocazione naturale di un telefono è quella di comunicare in wireless attraverso la comunicazione cellulare, il wi-fi e il bluetooth (ricordiamo qui che P20 Pro ha anche la possibilità di trasmettere audio in formato di qualità APT-X) qui veniamo ad uno dei punti di forza assoluti di P20 Pro (e del fratello Mate 10 Pro) che da utenti abituali di iPhone invidiamo di più ai terminali top di Huawei: la connessione USB-C versatilissima che oltre a offrire la via della ricarica funziona esattamente come su un MacBook di Apple.
Attraverso la USB-C passano il segnale video sia in HDMI che VGA, la connettività Ethernet, lo scambio di dati e ovviamente la ricarica. Il bello è che non è necessario un accessorio speciale per accedere a tutti questi dati opzioni ma basta un semplice Hub USB-C con a bordo tutte le prese che vi servono e può essere lo stesso che utilizzate per il vostro Mac o su un portatile recente.
Nei nostri test abbiamo utilizzato diversi di questi hub di Aukey e quelli facilmente reperibili nei retail italiani con marchio Aiino e nessuno ci ha dato problemi.
Lo scopo della modalità “Proiezione faclle”, così la chiama Huawei è quello di trasformare lo smartphone in un computer a tutto tondo e attraverso l’hub collegarlo ad un monitor un TV (magari quello del vostro albergo), una tastiera o un mouse cablato o Bluetooth ed essere operativo come su un desktop.
Quando passiamo alla modalità proiettore sul grande schermo appare un desktop semplificato con le applicazioni principali (navigazione, galleria, gestione archivi etc. ) e le app che avete installato sono all’interno di una cartella. Ovviamente tutte le app che sono state progettate per funzionare anche su tablet Android andranno in modalità “desktop” mentre le altre manterranno l’aspetto verticale.
Il telefono nel frattempo continuerà a funzionare per le chiamate e le connessioni e se scegliete la relativa opzione potete usare il suo schermo come una sorta di trackpad virtuale, utilissima se non avete un mouse o una tastiera esterna per potere accedere ai menu e ai dati di input sul grande schermo collegato.
Altra cosa interessante è che l’uscita video non ha apparenti protezioni sul segnale ed è quindi possibile guardarsi un film in full HD sul grande schermo utilizzando Netflix o le applicazioni di Sky come fareste con un computer collegato via cavo senza latenze apparenti.
Il collegamento diretto permette pure di giocare sul monitor collegato senza grossi lag.
La sezione fotografica
E’ il punto di forza conclamato di P20 e dobbiamo dire che fin dal primo momento siamo rimasti stupefatti dalla versatilità della soluzione di Huawei che al prezzo dell’introduzione di un terzo obiettivo sul retro offre all’utente dello smartphone delle capacità di ripresa che coprono tutte le esigenze del fotografo non professionista.
Portare in tasca un oggetto in grado di scattare una istantanea in 0,5 secondi (c’è una modalità punta e scatta “super istantanea” apposita che vi permetterà di stupire chiunque), scattare in grandangolare (un 26 equivalente ad un 35 mm), con zoom 3x e 5x (ibrido) senza evidenti cali di qualità e a 10x per catturare dettagli molto lontani (ma qui la qualità scade perchè gran parte del l’ingrandimento è digitale) offre a chi lo uso la consapevolezza che potrà bloccare nella memoria del telefono qualsiasi momento della propria giornata.
Per giornata non ci riferiamo solo alle ore con luce solare ma anche alla notte visto che la modalità “Scatto Notturno“, di fatto la più stupefacente e caratterizzante questo modello con Intelligenza Artificiale che permette di realizzare scatti in condizioni di illuminazione “inesistente”: di fatto si tratta di una multiesposizione di 4 o più secondi che somma immagini realizzate a vari step come un super HDR in cui possiamo cogliere sia i dettagli delle ombre che annullare la sovraesposizione delle luci.
I risultati come potete vedere nelle gallerie qui sotto sono molte volte stupefacenti anche se l’effetto HDR e’ evidente e se il soggetto non e’ fermo avrete una parte dell’immagine mossa o un effetto “buccia di cipolla” che a volte può essere suggestivo oppure può rivelare la natura da multiesposizione delle scatto.
Sta di fatto che con questa modalità riuscirete ad ottenere scatti che non vi siete mai immaginati di poter fare.
40 Mp o 10 Pixel? A voi la scelta
Dovete scegliere a monte (nelle preferenza dell’applicazione “Camera”) se usare la ripresa da 40 MP o gli scatti da 10 Mpixel: nel primo caso avrete una immagine con altissima risoluzione con buona possibilità di ingrandimento, nel secondo la possibilità di zoomare sui dettagli avendo singoli scatti al massimo della qualità possibile sul massimo ingrandimento: gli scatti a confronto vi dimostrano che per chi lavora sui dettagli alla massima distanza la seconda opzione potrebbe risultare la più conveniente specialmente nel campo del reportage.
Per chi lavora con più calma è interessante lo scatto da 40 Mpixel.
Ma come funzionano insieme le tre fotocamere e quali sono le tecnologie in gioco?
Come i nostri lettori sapranno non si tratta del primo telefono con un sensore da 40Mpixel: a suo tempo il Lumia 1020 fece da precursore in questo campo ma qui entrano in gioco le capacità del processore neurale che e’ presente su questo modello e su tutti gli Huawei e gli Honor con Kirin 970 accompagnato alle tre fotocamere: una da 40 MP, una da 20 MP (in bianco e nero) ed una da 8 MP con telefoto 3X: la prima e la terza vengono combinate per ottenere immagini con uno zoom”ibrido” a bassa perdita di dettaglio fino ad un ingrandimento 5X mentre al terza camera permette di avere uno zoom 3X per il sensore da 8 MP.
Il sensore in bianco e nero si occupa della luminosità e aiuta a leggere meglio i dettagli della foto contribuendo al contrasto finale e permettendo di avere migliori prestazioni anche a basse luci, il sensore da 40pixel utilizzato nella modalità da 10MP sfrutta la combinazione delle lenti per avere alla fine un minore rumore e dettagli più precisi grazie anche all’uso del “pixel binning” che utilizza una matrice 2×2 per “mediare” le informazioni sovrabbonanti che alla fine permettono di ottere foto altamente definite, con una gamma di luci e toni ottimali per quel formato.
Infine ci sono le specifiche dei sensori ad offrire migliori prestazioni rispetto alla concorrenza – si veda la nostra scheda tecnica a fondo pagina.
La qualità finale? Potete giudicare voi stessi dalle gallerie di questo articolo.
L’intelligenza artificiale di Huawei è ampiamente sfruttata su altre modalità di scatto e ci sono una serie di programmi preimpostati che in molti casi vi aiutano a trovare il giusto equilibrio tra bilanciamento cromatico e profondità di campo. Diciamo in molti casi e non tutti perchè a volte il P20 cerca di strafare e vi produce dei cieli estramente saturi o campi verdi fin troppo verdi. Niente paura però perchè l’intelligenza artificiale si può disabilitare sia dalle impostazioni che direttamente durante lo scatto grazie anche al fatto che l’ottimo schermo AMOLED mostra un esatta corrispondenza della gamma tonale della ripresa e quando l’AI esagera ve ne rendete subito conto.
Sopra vi abbiamo mostrato i primi scatti fatti in occasione della presentazione di Parigi qui sotto quelle recentissime di un viaggio a Londra e tante altre immagini scattate in queste settimane intermedie: le gallerie fotografiche illustrano le mostruose capacità di P20 Pro in diversi campi dallo zoom allo scatto notturno, all’effetto bokeh.
Dobbiamo aggiungere che in generale il sistema oltre a permettervi un “primo scatto” molte veloce è generalmente rapidissimo efficacissimo nella messa a fuoco: in una serie di 3. 000 scatti per un fiera del settore elettronico con immagini riprese sia “al volo” che semplicemente puntando al volo sullo schermo l’area da focheggiare abbiamo ottenuto solo 10 immagini fuori fuoco.
Il P20 Pro ha altre modalità di scatto come HDR standard, un effetto “Dipingi con la luce utile per le foto notturne” e tutte le capacità di controllo manuale presenti già dalle prime versioni degli smartphone realizzati in collaborazione con Leica. Sono presenti anche qui come su P10 l’effetto bellezza (apprezzatissimo dalle ragazze e signore per nascondere rughe e occhiaie) le modalità ritratto e l’effetto Bokeh introdotto con P9 che permette di scattare con le informazioni della profondità di campo e di mettere a fuoco successivamente la parte dello scatto prescelto. Qui l’AI migliora la resa finale e, anche se persisteva fino all’aggiornamento del 18 maggio qualche problema di “scontorno”: ne parliamo qui sotto.
La fotocamera frontale arriva ad una eccezionale risoluzione di 24 Mpixel ma non ci fa gridare al miracolo come per la dotazione sul retro: le foto sono si dettagliate ma probabilmente per una scelta di base tendono a sovraesporre le luci producendo una sorta di alone chiaro intorno al contorno del volto nei selfie.
Le modalità fotografiche più interessanti
Tra quelle che sembrano mutuate un po’ dai prodotti Apple c’è la modalità Ritratto che sul P20 Pro è potenziata con delle caratteristiche interessanti. Da una parte c’è la capacità, come in tutti gli Huawei più recenti dal P9 in poi, di sfruttare l’effetto bokeh con la regolazione della profondità di campo anche in post produzione, dall’altra ci sono varie opzioni “3D” che permettono di aggiungere una sorgente di illuminazione ausiliaria in grado di illuminare il volto con la posizione e l’intensità che volete e tenendo conto della profondità e della conformazione del volto stesso: ad esempio se proiettate una luce dall’alto verso il basso e da sinistra a destra la parte destra in basso del volto riceverà l’ombra proiettata dal naso.
Queste opzioni aggiungono drammaticità e “presenza” ai ritratti con una buona efficacia e possibilità notevoli in post produzione.
In un primo momento ci aveva lasciato un po’ l’amaro in bocca l’effetto “illuminazione stage” che doveva competere con il corrispondente effetto di Apple e che grazie alla AI avrebbe dovuto permettere una analisi accurata non solo dell’ovale del volto ma anche della “cornice” dei capelli per escludere / sfocare (o inviare verso il “nero” il resto dell’inquadratura.
Fino al 18 maggio l’intelligenza artificiale faceva una grossa difficoltà a produrre un risultato gradevole: lo scontorno dei capelli soprattutto in presenza di una illuminazione forte su una parte di essi si mangiava inopitamente una parte di quel “livello” producendo degli effetti in molti casi imbarazzanti: ma Huawei ha risolto quasi del tutto questo aspetto migliorando il suo algoritmo di analisi e restituzione: ora come vedete nell’immagine qui sotto (mitigata pure dall’”effetto bellezza”) il controrno capelli è più soft e meno irregolare ed anche se si mangia un po’ della massa è assolutamente accettabile. Sarebbe comunque interessante poter intervenire sul livello di scontorno esterno per gestire al meglio questo aspetto.
Il video e la moviola
Questo è un ambito che sembra un po’ trascurato da Huawei: è un po’ strano non trovare in un top di gamma come questo, con tutta la capacità che ha l’azienda nel campo fotografico, una stabilizzazione ottica delle riprese video. Come molti Android, ad eccezione dei Samsung top e dei Google Pixel, l’applicazione video non sembra ottimizzata e quando si sale a 1080p e 60 fps non c’è neppure c’è stabilizzazione digitale: bisogna accontentarsi di una risoluzione full HD a 30 fps e dobbiamo dire che in questo caso i risultati sembrano di tutto rispetto grazie anche alla capacità di adattamento dell’esposizione e della messa a fuoco che sembrano molto rapidi. Ovviamente potete fare riprese a 4K ma appena fate una carrellata dovrete affrontare i classici problemi di “stuttering” di tanti terminali Android.
Su P20 Pro abbiamo anche una interessante opzione “moviola” disponibile solo in modalità 720p ma a 960 frame al secondo che offre effetti veramente suggestivi.
Batteria, Durata e Ricarica
Con una batteria da 4.000 mAh la durata per l’intera giornata è assicurata e il P20 Pro non smentisce i suoi predecessori top di gamma Mate 9 e Mate 10 Pro superando di gran lunga le prestazioni del P10 che ci aveva un po’ deluso sotto questo aspetto: anche scattando diverse centinaia di foto, revisionandole le, girando video e usando il telefono per navigare e rispondere alle chiamate, insomma in una giornata tipica da “expo” siamo sempre arrivati in albergo con la carica al 16-12%, cosa impensabile per un iPhone di dimensioni normali e un pochino più efficiente rispetto ad un iPhone di tipo Plus.
Oltre a questo c’e’ da dire che Huawei fornisce nella dotazione di base un caricatore veloce ed un cavo USB supercharge (USB-C-USB standard con la presa di colore violetto all’interno) appropriato per gestire la ricarica in modalità accelerata: in mezz’ora si raggiunge il 50% del totale e se effettuate la carica solo al risveglio avete tutto il tempo di farlo mentre siete al bagno vi vestite e fate colazione.
Insomma, nonostante lo schermo vorace di corrente la combinazione di processore, dotazione di batteria e sistema di ricarica restituiscono un terminale sfruttabile a pieno anche con carichi pesanti e pure con una piccola riserva per la notte.
In queste settimane non c’e’ stata una singola giornata in cui il telefono ha avuto bisogno di ricarica tranne che per un lungo viaggio in treno terminato con la visione di due film scaricati da Netflix.
Pro
Sezione fotografica versatilissima sia in fase di scatto che di postproduzione che sfida la comodità anche delle compatte più prestanti. Doppia Sim. Buona prestazioni del processore. Assoluta comodità della modalità Proiezione Facile che riutilizza gli accessori USB-C di MacBook.
Ottimo schermo e prezzo/prestazioni adeguato. Riconoscimento viso e impronte velocissimi.
Contro
I video superiori al Full HD non sono stabilizzati e risentono delle pecche di Android in questo campo. L’intelligenza Artificiale a volte tende a strafare con effetti di saturazione delle immagini indesiderati… ma si disabilita facilmente.
Conclusioni
Un top di gamma supportato da un battage pubblicitario senza precedenti ma che ha i numeri per essere un best seller nel suo campo: tantissimi i punti di forza dal comparto fotografico alla costanza delle prestazioni nel tempo, dalla dotazione per la ricarica alla durata della batteria, dalla “proiezione facile” alla velocità di scatto e all’efficacia dell’AI in campo foto.
L’unico aspetto che continua a deluderci dei terminali Huawei è il comparto video: le riprese in movimento sono una assoluta delusione e non riusciamo francamente a capire perché l’azienda trascuri questo aspetto nei suoi terminali senza sviluppare (o farsi sviluppare) una applicazione ad hoc che rimedi ai classici problemi di Android in questo campo.
Il prezzo di listino è in assoluto elevato ma ovviamente si potrà approfittare delle offerte dei retail che mitigano un po’ l’effetto “top di gamma”: ai valori di street price il rapporto prezzo/prestazioni si merita cinque stellette.
Se cercate un terminale Android ultra versatile nel campo fotografico e dei collegamenti sicuramente questa è al momento la primissima scelta da prendere in considerazione.
Prezzo al Pubblico
P20 Pro costa di listino 899 Euro nella versione 6 GB di RAM e 128GB di storage integrato. Lo street price in questo momento con offerte operatori parte da circa 740 Euro. La scheda prodotto è qui sotto.
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