Altro che manovre, manovrine e manovrone, fondi salvastati, tagli alla spesa e stimoli all’economia. Quel che ci vuole per i governi in affanno è un iPhone. No, non stiamo parlando della necessità per i ministri di mettersi i tasca il dispositivo che tutti vogliono, ma dell’impatto che il lancio del nuovo modello potrebbe avere sull’economia, almeno quella americana che, proprio grazie al modello 5 potrebbe vedere una crescita dello 0,5% del suo prodotto interno lordo.
La stima suona stupefacente ma per chi l’ha elaborata, Micheal Feroli di JP Morgan, non lo è così tanto se si tengono in considerazione i numeri che il telefono potrebbe produrre. «Visto che le previsioni di vendita – dice Feroli – dell’ultimo trimestre sono per 8 milioni di iPhone, e considerando che ciascun telefono ha un costo in componenti di 200$ su un prezzo finale mediatamente di 600$, l’impatto sugli ultimi tre mesi sarebbe di 3,2 miliardi di dollari, o 12,8 miliardi su scala annuale». Il dato corrisponderebbe allo 0,33% del PIL americano, ma la stima più ottimistica, sempre possibile visto che Apple storicamente ha battuto le previsioni, porterebbe ad una percentuale dello 0,5% «determinando una riduzione del rischio che la crescita del 2% prevista per l’ultimo quarto dell’anno non sia rispettata».
Alcuni analisti non concordano con le stime di JP Morgan, contestandone sia il merito che le conclusioni, ma in ogni caso anche se si può sicuramente reputare non corretto il metodo seguito dalla società americana di analisi finanziarie, quel che resta è che in ogni caso essa fa riflettere sull’enorme impatto che il lancio di un dispositivo come iPhone può avere nell’economia moderna, che il suo peso sul PIL sia dello 0,5% o dello 0,1%