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Quattro buone idee Microsoft abbandonate o che non hanno mai visto la luce

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Negli ultimi anni Microsoft ha lavorato su vari progetti hardware, tutti alla fine abbandonati nella fase di sviluppo o poco dopo la loro presentazione per lo scarso successo ottenuto. Jon Friedman, “General Manager, design, research, & product incubation” di Microsoft nell’ultima conferenza per sviluppatori dell’azienda ha parlato di alcuni di questi prodotti: un esercizio di pratica auto-punitiva o, se vogliamo, una sorta di rituale catartico-espiatorio che non sempre le aziende sono disposte a fare.

Friedman, ora chief designer di Office 365, è stato l’uomo che ha visto vari fallimenti di Microsoft, inclusi prodotti che forse non avete mai sentito nominare, quali lo smartwatch SPOT del 2004, il telefono KIN e uno curioso tablet con due schermi denominato Courier.


Lo smartwatch SPOT

“Eravamo avanti rispetto ai tempi e gli smartphone non erano ancora decollati” ha spiegato Friedman parlando della Smart Personal Objects Technology (SPOT). Microsoft aveva presentato gli smartwatch SPOT nel 2004, funzionavano con tecnologia radio FM permettendo di ricevere informazioni sul tempo, la borsa, le mail, ed era stato preso come riferimento da alcuni produttori di orologi per realizzare i segnatempo del futuro.

Per ricevere di dati sull’orologio si bisognava pagare 59 dollari l’anno, la copertura delle onde radio era limitata e possibile solo negli USA e in quegli anni stava emergendo con sempre più forza la rete cellulare. “È stata un’esperienza utile e abbiamo imparato molto” ha spiegato Friedman. “Ci siamo arresi un po’ troppo presto, era un progetto collaterale e Bill Gates piaceva (il co-fondatore dell’azienda aveva anche parlato di un computer al polso per tutti). Il progetto fu terminato quattro anni dopo, nel 2008.

L'orologio SPOT di Microsoft


UMPC (Ultra Mobile PC)

Friedman ha parlato anche dell’idea di Microsoft di realizzare piccoli PC tipo tablet. Questi computer erano stati ideati 12 anni addietro, prima dell’arrivo di iPhone e iPad. “Avevamo avuto questa grande idea di dispositivi da 400$ con schermi da 7″ a 10″, super-sottili, sempre accesi e connessi, con schermo capacitivo”. Per portare a termine il progetto, il suo team aveva bisogno di 300 persone in due anni ma furono assegnate 20 persone e dati sei mesi di tempo perché la priorità era il lancio di Windows Vista, sistema operativo non proprio amichevole per questo tipo di device.

“Si arrivò allo schermo con touchscreen resistivo (basati sulla leggera pressione dello schermo che l’utente deve esercitare per interagire con il dispositivo tramite dito o qualsiasi altro oggetto), dispostivi “ciccioni” che offrivano due ore di autonomia e venduti a 1200$. “Progettai alcuni pessimi software utilizzabili con Windows Vista”, esperienza che Friedman definisce “un po’ deprimente”.

Microsoft Ultra mobile PC


Kin

Dopo il flop nel mondo dell’ultra mobile PC, Friedman arrivò nella nuova squadra di incubazione del team Xbox. “Stavamo lavorando su un cellulare social, il KIN, rimasto sul mercato per ben sei settimane” scherza il manager. “Mia mamma ne comprò uno e mi dispiace davvero per questo. Penso che ne abbiamo venduti circa 8000”. Microsoft lanciò il KIN con Verizon ma non durò a lungo perché la Casa di Redmond in quel periodo provava a concentrarsi su Windows Phone e su un unico sistema operativo.

“Era piuttosto affascinante ed è stato l’inizio del cloud computing” spiega ancora Friedman con l’idea che se perdevi il telefono, si rompeva o ti cadeva in bagno, all’utente bastava identificarsi con il suo account su un nuovo dispositivo per riavere tutti i suoi dati. La sfortuna del Kin fu la messa in vendita in un momento nel quale Microsoft voleva puntare tutto su Windows Phone per far fronte alla concorrenza di Apple e Google. Le strategie di vendita per i due dispositivi non erano chiare: da una parte proponeva Windows Phone e dall’altra Kin; a un certo punto era necessario indirizzare gli sviluppatori verso una singola piattaforma.

Microsoft KIN


Courier

Dagli incubatori aziendali di Microsoft, a un certo punto venne fuori un progetto dal nome in codice «Courier», “veramente incentrato nel porre fine alla divisione tra mondo analogico e digitale”. Ancora oggi si trovano immagini e filmati con il concept di questo dispositivo (se ne riparlò anche nel 2017), un “booklet”, vale a dire un doppio schermo da 7 pollici touch che si apriva e chiudeva come un libro.

L’idea era consentire all’utente di scrivere testo a mano utilizzando uno stilo in dotazione, mentre gli schermi touch potevano essere usati con le gesture e le dita come su altri dispositivi come iPhone e iPad. Il target di riferimento erano artisti, progettisti ma anche ricercatori, insegnati, vetrinisti e individui vari che vogliono scrivere le loro idee con strumenti analogici per poi condividerli in digitale con altre persone.

Il progetto fu abbandonato perché non vi era una chiara strategia di supporto. Non fu presa bene e la cancellazione portò sconforto (nella stessa settimana furono annullati sia Courier, sia KIN), un momento “piuttosto devastante” nella carriera di Friedman.

Dopo i racconti di “auto-flagellazione”, Friedman descrive il se stesso di quei tempi a “The Verge” un po’ come il personaggio di Jeff Bridges ne “Il grande Lebowski” e – scherzando – dice che girava in pantofole e accappatoio, trascinato da una parte all’altra per capire come riprendersi dallo shock. Ora lavora nel team di Office che include Skype, prodotti che – almeno per il momento – non hanno conosciuto il tragico destinato degli altri per i quali ha lavorato.

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