Come e perché è nato Apple Watch? Jony Ive, Chief Design Officer di Apple lo spiega in un’intervista con Benjamin Clymer, fondatore del sito Hodinkee, autorevole magazine online specializzato in orologeria.
Il designer della Mela ha condiviso alcuni dettagli sul processo creativo che ha portato all’Apple Watch, gli elementi ai quali Apple si è ispirata, gli esperti consultati raccontando anche curiosità quali i primi orologi che ha acquistato, indicando cosa trova stimolante nel dispositivo indossabile e altro ancora.
Il primo orologio di Ive è stato un Omega Speedmaster che racconta di avere acquistato nel 1992 durante un viaggio a Kowloon (un’area urbana di Hong Kong). Ive racconta di essere stato “completamente sedotto” dall’uso dell’oggetto nello spazio (è stato usato in tutte le missioni spaziali della NASA, a cominciare da Buzz Aldrin che lo indossava quando mise piede sulla superfice lunare). “In qualche modo simboleggia l’ottimismo, l’ambizione e il coraggio dell’invenzione” ha detto Ive spiegando di avere anche ammirato il Nautilus di Patek Philippe, oggetto descritto come “bizzarro, molto bizzarro”.
Secondo Ive, Steve Jobs non aveva particolare interesse per gli orologi (ha indossato per molti anni un orologio prodotto da Seiko parte della serie Chariot) e dell’orologio non si è parlato in azienda fino al 2012, pochi mesi dopo la morte del co-fondatore di Apple. La dipartita di Jobs, ha spiegato Ive, ha stimolato Apple a “discutere dove volere andare” e su quale traiettoria trovarsi come azienda.
Apple ha da sin dalla fine degli anni ’70 indiscutibilmente apportato il suo contributo agli utenti rendendo di facile accesso tecnologie inaccessibili e di difficile comprensione. Mirare alla logica personale con l’Apple Watch è stato il passo logico conseguente nello sviluppo del dispositivo, anche se la sua creazione è stata portata a termine in modo diverso da altri prodotti arrivati prima poiché non vi erano riferimenti esistenti. “Mancavano prodotti paralleli dai quali imparare” ha spiegato Ive. Tuttavia, tenendo conto del contesto storico dell’orologio, Apple ha fatto qualcosa di “molto insolito”, consultando una serie di esperti, mosse necessarie per “capire la storia”, mostrando “grande rispetto e deferenza per l’orologeria”.
Tra gli esperti del settore consultati all’epoca da Apple, Ive cita: Will Andrewes (un “orologista” con 40 anni di esperienza), Jonathan Betts (sovrintendente emerito dell’osservatorio reale di Greenwich), Dominique Fléchon (specialista in orologeria antiquaria), Grégory Gardinetti (storico della Fondation de la Haute Horlogerie sostenuta dalla Manifattura), Claudia Hammond (scrittrice e docente di psicologia), David Rooney (responsabile tecnologia e ingegneria allo Science Museum di Londra) e Chris Lintott (astrofisico dell’Università di Oxford). Anche il designer Marc Newson, che Ive chiama suo migliore amico, è stato coinvolto nello sviluppo di Apple Watch: ha progettato vari orologi e la sua influenza si nota andando a vedere cinturini e sistemi di chiusura da lui progettati in passato.
La corona digitale è un chiaro riferimento all’orologeria tradizionale ma è anche un elemento che ha richiesto a detta di Ive “coraggio” poiché molti pensavano solo al touch come la panacea per tutto. Nell’intervista si fa accenno anche al cinturino in maglia milanese, ispirato a un design creato a Milano e fatto di una maglia in acciaio inossidabile prodotta con appositi macchinari italiani. “Volevamo un cinturino in metallo con caratteristiche vicine al tessuto. Quello che non ci piaceva era il meccanismo di chiusura con i due pezzi di metallo. La soluzione interamente magnetica è grandiosa, semplice e unica”.
Secondo Ive l’obiettivo della Mela con Apple Watch non era risolvere un particolare problema. È stato più una questione di “ottimizzazione e opportunità”. Per quanto riguarda le possibili opportunità Ive ha fatto cenno al futuro sviluppo di Apple Watch e di come tutto sarà ancora più interessante con la tecnologia in continua fase di sviluppo. “Puoi guardare l’Apple Watch in termini commerciali, specifiche e così via o puoi guardarlo e pensare cosa sarà possibile fare sapendo di avere a disposizione con te questa tecnologia tutto il tempo”. “Molti di noi portano i telefoni appresso tutto il giorno ma questi dispositivi non sono legati a te. Immagina di avere qualcosa di potente costantemente con te e i possibili vantaggi per l’utente”. “Queste opportunità sono fenomenali, in particolare se si pensa dove ci troviamo oggi in termini di tecnologia e capacità, e dove siamo diretti”.