Prima su Twitter e poi con una dichiarazione ufficiale l’FBI nega che uno dei propri computer sia stato violato, inoltre l’agenzia federale esclude di aver mai richiesto o raccolto dati sugli UDID degli utenti dei dispositivi Apple. La risposta della Federal Bureau of Investigation non si è fatta attendere: poco dopo la pubblicazione online di 1 milione di codici UDID da parte del gruppo di hacker AntiSec, l’FBI ha pubblicato un commento su Twitter:
“Presto in arrivo una dichiarazione sui report circa l’hacking di uno dei nostri portatili con informazioni personali. Non abbiamo mai avuto informazioni al riguardo. In definitiva: COMPLETAMENTE FALSO”. In sostanza l’Agenzia ha subito negato di avere riscontri circa un proprio portatile violato, successivamente è stato rilasciato un annuncio ufficiale, riportato da AllThingsD: “L’FBI è a conoscenza di report pubblicati in cui si sostiene che un computer dell’FBI sia stato compromesso e che siano state trafugate informazioni private relative agli UDID di Apple. Al momento non ci sono prove che indicano che un portatile dell’FBI è stato compromesso o che l’FBI abbia richiesto o ottenuto questi dati”.
Il comunicato stampa dell’FBI tocca i due punti fondamentali della vicenda: innanzitutto che sia stato compromesso un portatile dell’agenzia e che l’FBI abbia mai raccolto o richiesto dati privati degli utenti Apple. La risposta degli hacker non si è fatta attendere: il gruppo AntiSec ha dichiarato che anche se l’FBI non è a conoscenza di prove o informazioni circa un laptop violato non significa che l’hacking non sia avvenuto. In secondo luogo AntiSec ribadisce di essere in possesso di 3TB di dati trafugati da agenzie governative, contenenti documenti, email e altre informazioni riservate: il gruppo sta esaminando i dati e progettando come meglio utilizzarli, con la promessa non troppo sottintesa di altri prossimi scoop: la pubblicazione di 1 milione di codici UDID delle scorse ore è solo l’inizio.
Qui in calce inseriamo il filmato YouTube che AntiSec ha pubblicato a giugno, in cui si sostiene il possesso di 3TB di dati trafugati.