Enough Project, istituto di ricerca del Center for American Progress, nato per combattere i crimini contro l’umanità, nota che Apple, Intel, Motorola Solutions e HP hanno fatto progressi in campo ambientale sviluppando prodotti con caratteristiche che tengono conto dell’impatto ambientale e delle materie prime utilizzate; agli ultimi posti nelle classifiche si trovano, invece, Nintendo, HTC, Sharp, Nikon e Canon.
“Nintendo non ha fatto nessuno sforzo per tracciare o controllare la sua catena di approvvigionamento”, si legge nel rapporto . “Sharp, HTC, Nikon e Canon hanno compiuto qualche passo, ma l’avanzamento rimane molto indietro rispetto ad altri leader del settore”. I membri di Enough Project chiedono alle aziende sforzi per conoscere l’origine dei minerali e dei metalli utilizzati, con controlli approfonditi nella catena di fornitura e misure atte a certificare la provenienza dei materiali da zone conflict-free.
Il sottosuolo del Congo è ricco di Columbite e Tantalite, minerali che costituiscono il coltan, una materia prima usata per la costruzione di interruttori, computer, console per videogiochi e cellulari, ottimizzando il consumo della corrente elettrica ed è uno degli elementi che contribuisce alla durata della batteria. L’80% dei depositi di questi minerali sono nel Congo e l’estrazione di questi preziosi materiali è all’origine della guerra civile nel Paese. Il coltan ha, infatti, grande importanza economica e strategica ed è richiestissimo dalle industrie che creano dispositivi elettronici, informatici, dall’industria aereospaziale. Negli ultimi anni il valore del minerale è cresciuto a smodatamente e la popolazione coinvolta nella raccolta lavora fino allo sfinimento fisico nelle miniere solo per sfamare esercito e ribelli che hanno trovato nel minerale un’inesauribile fonte di arricchimento.
Due anni addietro un lettore di Wired mandò a Steve Jobs un’e-mail per chiedergli se per la costruzione dell’Phone i fornitori di Apple utilizzavano materie prime provenienti da aree nelle quali sono in corso sanguinosi conflitti. La risposta non si fece attendere e Jobs replicò che Apple richiede ai fornitori una certificazione scritta che attesti l’utilizzo di materiali “conflict free”. “Sinceramente” disse Jobs, “non c’è modo di esserne sicuri e fino a quando qualcuno non inventerà un metodo per tracciare chimicamente i minerali dalla sorgente mineraria è un problema di difficile soluzione”.
[A cura di Mauro Notarianni]