Una serie di “no” e di porte chiuse da parte della sempre rigorosa Soprintendenza e la conseguente serie di incontri fitti di trattative. Ecco la ragione per cui Apple Store Torino è destinato ad aprire non ad inizio settembre ma nella prima metà di ottobre. A raccontare le ragioni per cui la data anticipata da Macitynet già lo scorso febbraio non potrà essere rispettata, è La Stampa in un articolo che svela qualche retroscena della vicenda progettuale e dell’iter, prevedibilmente (per noi italiani, meno per gli americani) complessa ed intricata del negozio di via Roma.
Secondo quanto si apprende, Apple si è trovata a fare i conti con almeno due semafori rossi: il primo sulle insegne a bandiera, tipiche di alcuni store europei, che avrebbero dovuto fare capolino sotto i portici. Il secondo sulla eliminazione degli infissi a croce che danno su via Bertola. Apple è riuscita ad ottenere che le vetrine arrivino fino a terra, mentre le autorità di tutela volevano che fosse mantenuto il basamento tipico dei negozi del centro storico. Sono stati gli assessori Giuliana Tedesco (Commercio) e Ilda Curti (Urbanistica) con la partecipazione del sindaco Fassino in rappresentanza di una giunta che teneva (come facile comprendere) molto ad avere il negozio, a mediare tra le due parti che parlavano un linguaggio del tutto diverso. In cambio del sì, giunto alla fine di una estenuante trattiva, Apple ristrutturerà a sue spese la facciata dell’edificio che è piuttosto segnata dagli anni e dallo smog.
La Stampa conferma quanto Macitynet aveva anticipato sempre nel contesto dell’articolo che abbiamo citato più sopra. Apple Store viale Roma sarà il più importante e grande negozio italiano: 1360 metri quadrati di cui 700 dedicati alla superficie di vendita. La data di apertura viene ora fissata da La Stampa nella prima metà di ottobre. Probabilmente poco dopo l’introduzione sul mercato di iPhone 5 che dovrebbe essere annunciato il 12 settembre e commercializzato una decina di giorni dopo, anche se resta da vedere come si collocherà l’Italia nel contesto dei gruppi di paesi ai quali offre i suoi prodotti. Nel più recente passato il nostro paese è venuto dopo le nazioni top: Usa, Germania, Francia, Giappone, Regno Unito.
Grazie della segnalazione a Mario Orto