Con la nuova febbre dell’iPad mini, che tutti danno in uscita entro la fine dell’anno in corso, forse non tutti ricordano le parole di Steve Jobs risalenti all’ottobre 2010, quando alla presentazione dei risultati finanziari l’iCEO stroncò pubblicamente l’idea di un iPad con schermo più piccolo, considerandolo un prodotto morto ancor prima di arrivare sul mercato e ironizzando “Questa dimensione è inutile a meno che non includano la carta vetrata così gli utenti possono scartavetrarsi le dita fino a un quarto della loro dimensione”. Ebbene, l’affermazione del fondatore di Apple, come altre in precedenza, sembra che fosse solo un sistema per sviare l’attenzione e non solo perchè ora l’iPad da 7 pollici è quasi pronto, ma perchè già in quel momento Jobs non era affatto contrario all’idea di un dispositivo di dimensioni ridotte rispetto all’attuale.
La sorprendente rivelazione emerge dal processo Apple/Samsung e per la precisione da un’email di Eddy Cue inviata a Forstall, Cook e Schiller, in cui Cue esprimeva il suo favore per il lancio di un dispositivo che aggredisse il mercato dei tablet a 7 pollici, citando un articolo che metteva a paragone l’iPad con i Galaxy Tab da 7 pollici.
Nella stessa email Cue afferma di aver più sottoposto l’idea a Jobs, che si era dimostrato decisamente ricettivo nei confronti di essa. Secondo l’analisi di Cue attività come le e-mail, la lettura dei libri, la navigazione su Facebook o i video sarebbero molto interessanti su un 7 pollici. La navigazione web sarebbe stato il punto più debole, ma ancora utilizzabile. L’idea dunque di un iPad da circa 7 pollici sarebbe nata con l’approvazione di Jobs e in contrasto con i commenti pubblicamente espressi dal co-fondatore della Mela, e non un progetto nato in seguito alla scomparsa di quest’ultimo come sostiene qualcuno.
Fonte: The Verge