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I nuovi prodotti Apple intorno a un tavolo da cucina; Samsung fa infuriare il giudice

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Fin dalla prima giornata di udienze il processo Apple contro Samsung promette di rivelare al mondo curiosi dettagli sul funzionamento interno dei processi creativi e decisionali di Apple, un meccanismo misterioso e allo stesso tempo ammirato in tutto il mondo per aver dato vita ad alcuni dei dispositivi IT più rivoluzionari dell’ultimo decennio. Così è stato per la deposizione di Chris Stringer, designer di lungo corso di Cupertino, presente in azienda fin dal 1995, primo testimone chiamato a deporre per Apple.

Dalla deposizione di Stringer si scopre che iPhone, iPad e gli altri innovativi prodotti che Apple ha introdotto dalla metà  degli anni ’90 in poi sono stati concepiti da un ristretto team di designer e progettisti riuniti intorno a un tavolo da cucina.

“Il nostro compito è (quello di) immaginare prodotti che non esistono e portarli in vita” ha dichiarato Stringer che offre anche una descrizione sintetica del processo. Un gruppo di 15-16 persone che risponde a Jonathan Ive si riunisce spesso intorno a un tavolo di cucina per confrontare bozzetti e schizzi. Solo le idee che superano tutte le critiche e i confronti vengono trasposte dalla carta al computer con un software CAD, infine per quelle più meritevoli vengono creati prototipi. Sulla meticolosità  del processo creativo interno della Mela, già  emersa più volte in passato Stringer offre un nuovo esempio pratico: “Siamo un gruppo abbastanza maniacale di persone” dichiara il designer mentre spiega che ci possono essere fino a 50 disegni diversi per un singolo pulsante.

Sui primi schizzi e prototipi di iPhone il gruppo di lavoro ha continuato a mantenere la scritta iPod fino a quando non è stato coniato il nome iPhone e anche per celare la vera identità  del nuovo dispositivo. Dei vari schizzi e proposte con smartphone dalle forme più disparate, anche vagamente romboidali, il team ha bocciato tutte le proposte per tornare ai disegni iniziali e a quello che poi sarebbe diventato la forma storica del primo iPhone.

Sempre nella prima giornata di udienze i legali di Samsung hanno scatenato l’ira del giudice Lucy Koh inviando ai media una serie di prove che la corte ha rifiutato più volte di ammettere nel processo. Si tratta dei disegni e dei progetti del telefono siglato F700 risalenti alcuni mesi prima alla presentazione del primo iPhone del gennaio 2007 e anche di alcune email che confermerebbero, secondo i legali di Samsung, che alcuni designer di Apple avrebbero preso ispirazione da alcuni dispositivi Sony per creare iPhone. Si tratta di informazioni di pubblico dominio ma rifiutate dalla corte perché sono state presentate oltre i limiti di tempo. Dopo l’ennesima richiesta bocciata dal giudice, i materiali sono apparsi su AllThingsD, pubblicazione che ha scatenato l’ira del giudice che ha richiesto chiarimenti sull’accaduto. Gli inviati presenti nell’aula di San Jose confermano che questo episodio, inserito nei verbali dell’udienza, ha messo in cattiva luce l’operato dei legali di Samsung agli occhi della corte e della giuria.
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