Anche l’Italia ha la sua Psystar. Una società che, come quella ben nota in causa con Apple, promette cloni Mac, capaci di far girare il sistema operativo di Apple ad un costo che è “fino al 50% più economico di quello di un computer Mac”, è su Internet e ha un sito Web dal titolo piuttosto esplicito: ApplePc.
Scorrendo le pagine della realtà , evidentemente tutta italiana come appare sia dai testi che dalle informazioni che dal numero di telefono di riferimento (un cellulare con iniziale 348), si può apprendere come Apple adotti “per le sue macchine processori Intel, con chipset, schede video e hardware “open” delle maggiori industrie” e che in conseguenza di questo ApplePc è in grado di “Offrire macchine totalmente identiche nelle funzionalità ai computer venduti dalla Apple equipaggiati con il meglio della produzione Intel, ATI, nVidia, Maxtor, Samsung e Pioneer”, il tutto a prezzi molto bassi. Quanto bassi lo si vede dall’esempio riportato direttamente sul sito: Core2Duo 3,0 GHz 6 Mb Cache L2, 2 Gb ram DDR2 800 Mhz, 320 Gb SATA/300 HD Maxtor, Video ATI HD 3450 HDMI 256 Mb, Lettore DVD-rw Dual Layer Pioneer, Case Lucido di colore bianco/nero/blu/azzurro/verde/viola/arancio “configurato e pronto all’uso, per 559 ‘¬ Iva e 2 Anni di Garanzia compresa: un terzo del prezzo di un iMac Apple”, dice il produttore.
L’assetto commerciale di ApplePc, al di là del nome e dell’intento che è chiaramente quello di allettare clienti che ritengono l’hardware Apple troppo costoso ma vogliono usare il sistema operativo di Cupertino, è diverso da quello di Psystar. Sul sito non si fa alcun cenno a Mac Os Leopard preinstallato, come accade invece sul sito di Psystar che proprio installando Mac Os sulle sue macchine si è procurata i guai peggiori. Secondo quanto ci riferisce un nostro lettore, il “clone” viene spedito a casa dotato dei ben noti pacchetti software che si trovano anche su Internet e che sono in grado di operare una modificazione che rende installabile Leopard su qualunque Pc. Comprare (o “procurarsi”) il sistema operativo di Apple resterebbe comunque a cura del cliente finale.
In pratica ApplePc vende hardware generico PC semplicemente aiutando i clienti a procurarsi il software che lo rende compatibile con Leopard.
A prima vista e senza alcuna esperienza in materia legale, è impossibile dire quanto fino a che punto ApplePc con questo escamotage riesca a restare all’interno dei confini dettati dalle norme di licenza di Cupertino e a che livello sia il rischio di finire preda degli stessi guai che hanno colpito Psystar. Quello che appare sicuro è che in casi precedenti l’uso di elementi grafici e di un nome (Apple) che è di proprietà della società californiana caduti sotto gli occhi di qualcuno degli avvocati della Mela, qualche problema lo ha provocato.
Grazie della segnalazione ad Alberto Ghe.