A pochi giorni dal tentato takeover di Broadcom (bloccato per ordine di Trump), continua la saga di Qualcomm con l’ex Presidente ed ex-CEO Paul Jacobs ora diventato un “semplice” membro del Consiglio di Amministrazione che punta a un’offerta di acquisto della società.
Jacobs, figlio del fondatore dell’azienda che il padre fondò nel 1985, è alla ricerca di investitori per prendere il controllo. Lo riferisce The Wall Street Journal parlando del più grande buyout della storia ma esprimendo dubbi sulla possibilità che l’iniziativa possa essaere portata a termine. Jacobs martedì 13 marzo ha proposto il buyout con una lettera al Consiglio e ribadito il piano nel corso di un meeting che si è svolto ieri. Vari membri del board hanno cercato di dissuaderlo, parlando di strategia azzardata, ma a quanto pare Jacobs è irremovibile. Jacobs era presidente esecutivo dell’azienda, ruolo che ha ottenuto nel 2015 e al quale ha rinunciato per disaccordi con gli investitori su com’è stata affrontata l’offerta di 142 miliardi di dollari da parte Broadcom.
Il Financial Times riferisce che Jacobs si è messo in contatto con SoftBank, conglomerata giapponese con il quale ha legami grazie all’amicizia con il fondatore. Ma l’operazione è complicata politicamente: SoftBank è a capo di Vision Fund, un fondo da 100 miliardi di dollari che si occupa di tecnologia e finanziato dall’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti oltre che da Apple (che con Qualcomm ha battaglie in corso su vari fronti nei tribunali). L’investimento dall’estero, potrebbe ancora una volta essere bloccato dal Cfius (Committee on Foreign Investment, comitato inter-agenzia del Governo federale degli Stati Uniti che si occupa di analizzare le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri), come già accaduto con la tentata OPA di Qualcomm da parte di Broadcom Limited.