Quando alla presentazione ufficiale DJI tirò fuori dalla tasca diversi Mavic Air la mente è subito andata allo Spark. Sembrava quasi un sequel ufficiale, eppure era difficile immaginarsi il potenziale di questo drone: ha tutte le carte in regola per sfidare il Mavic Pro, con caratteristiche addirittura superiori. Lo abbiamo testato in volo, ed ecco il risultato.
Come è fatto
Inutile girarci attorno, la prima caratteristica del drone, quella che risalta di più, e che probabilmente guiderà nella scelta l’utente, sono le dimensioni. Ripiegato, Mavic Air misura circa 168×83×49 mm, mentre spiegando le braccia si arriva a 168×184×64 mm. Si tratta di dimensioni assolutamente contenute, che fino a qualche mese fa potevano ritrovarsi solo su droni giocattolo, o comunque su droni non dotati certamente di tutte le funzionalità di questo Mavic Air. DJI ha fatto un lavoro assolutamente impagabile, riuscendo a restituire all’utente un drone pressoché tascabile, senza rinunciare alla qualità video, e a tutta una serie di funzionalità di cui sono dotati i droni di fascia più alta, come gli ultimi Phantom, o lo stesso Mavic Pro. Il peso è di appena 430 grammi, quindi il drone può essere trasportato facilmente all’interno di qualsiasi zaino, anche di ridotte dimensioni.
Insomma, dal punto di vista della trasportabilità, grazie al fatto di poter ripiegare i quattro bracci, Mavic Air vince su tutti, anche sullo Spark, che sebbene le sue piccole dimensioni non può essere richiuso. Nessun paragone con la linea Phantom, nettamente più ingombrante. Per chi ama viaggiare, e vuole portarsi dietro il drone, Mavic Air è la scelta da fare.
Piccolo, ma solo nelle dimensioni
Al di là delle piccole dimensioni, il nuovo piccolo drone DJI non si fa mancare assolutamente nulla in termini di qualità foto e video. La camera è stabilizzata sui tre assi, con apposito gimbal motorizzato, quindi presenta immagini prive di qualsiasi tremolio. Da questo punto di vista le riprese sono paragonabili, quanto a stabilità, a quelle di un qualsiasi Phantom 3 o superiore, così come risultano paragonabili al più grande Mavic Pro. Mavic Air registra immagini fino a 4K a 30 FPS, potendo naturalmente riprendere a 1080p o 2,7K a 60 FPS, oppure anche a 120 FPS fino a 1080p: quest’ultima modalità consente, dunque, di effettuare riprese slow-mo anche in volo.
La qualità delle immagini è ottima, addirittura leggermente superiore a quella del Mavic Pro, a modesto parere di chi scrive. Anche il reparto fotografico è eccellente, e in questo caso il paragone con Mavic Pro può definirsi con un assoluto pareggio. Come al solito vi lasciamo ad una galleria di immagini scattate direttamente dal drone, così come ad un video delle riprese aeree del Mavic Air.
Note dolenti
Se fino a questi punto Mavic Air sembra il drone perfetto, passiamo alle note leggermente dolenti, se così possono chiamarsi. Batteria e distanza in volo. Sulla prima, DJI dichiara 21 minuti di volo, ma durante le nostre prove non ci siamo nemmeno avvicinati a questo risultato. E’ vero, se si rinuncia alla modalità Sport, e a tutte le funzionalità Smart, si riesce tranquillamente a superare il quarto d’ora di volo, e ad avvicinarsi ai 18 minuti, ma in condizioni di vento totalmente assente. Da questo punto di vista, Mavic Air deve essere completato con almeno una seconda batteria, se non addirittura la terza nel caso in cui si utilizzasse il drone per lavoro.
Se il dato batteria è oggettivo, l’aspetto del range di volo, e della trasmissione video allo smartphone, merita un approfondimento particolare. E’ vero, Mavic Air non dispone del sofisticato meccanismo OcuSync in forza al Mavic Pro, che permette un range di volo con trasmissione del flusso video fino a 7Km. Air si basa ancora su un meccanismo WiFi, che potrebbe certamente spaventare gli amanti delle distanze.
Il piccolo drone DJI non è studiato per coprire distanze particolarmente lunghe, ma durante i nostri test, in campo completamente deserti, e aperti, siamo riusciti a spingere l’Air a distanze notevoli, senza mai perdere il segnale, e senza disconnessioni video. Mai abbiamo dovuto far affidamento sul ritorno a casa automatico perché disconnesso. E’ certo, però, che la fluidità del flusso video su smartphone, dopo una certa distanza, non è più così fluido come su Mavic Pro o sulla linea Phantom dotata di Lightbridge.
Novità software
Dal punto di vista del software, DJI ha arricchito l’app con diverse modalità di volo automatiche, tra le quali spiccano Boomerang, Asteroid e quella relativa al controllo con le mani. Ad essere sinceri, quest’ultima modalità, servirà giusto a scattare qualche selfie e poco più. Sebbene funzioni molto bene, dopo averla mostrata agli amici un paio di volte, sarà difficile tornare ad utilizzarla di continuo. Asteroid, invece, offre un video selfie di 10 secondi, che culmina in un effetto Tiny World, particolare e completamente automatizzato. anche Boomerang offre un effetto particolarmente interessante, laddove filma il soggetto desiderato, allontanandosi come se il drone fosse un boomerang, e tornando alla posizione di partenza nel giro di pochi secondi.
Queste modalità che DJI chiama QuickShot, in ogni caso, sembrano gravare sulla batteria in modo non indifferente, ragion per la quale si dovrà fare i conti con l’autonomia nel caso in cui se ne faccia un uso massiccio. Altro sistema di volo che grava sulla batteria è quello intitolato APAS. Questa modalità consente al drone di schivare gli ostacoli in totale autonomia: con la levetta del “gas” tutta in avanti, il drone tenderà a non arrestare la sua corsa alla vista di un ostacolo, bensì ad aggirarlo. Il sistema funziona bene, ed è una vera garanzia, soprattutto per chi è alle prime armi. Da questo punto di vista Mavic Air non si fa dunque mancare sensori di volo sulla parte anteriore e posteriore. Peccato non abbia anche sensori laterali.
Conclusioni
Mavic Air è il drone perfetto per chi ama viaggiare e chi desidera il massimo della trasportabilità. Sappiate che una seconda batteria è praticamente obbligatoria, mentre il fattore range di volo risulta assolutamente soddisfacente. Qualità video e foto in linea con gli ultimi droni della casa DJI, con numerosissime modalità di volo aggiuntive, che comunque lasceranno presto il posto al volo più tradizionale. Per noi il drone è assolutamente promosso. Considerando il prezzo, e quello che offre, sembra che al momento all’interno della line up DJI lo Spark sia in seria difficoltà.
Su Amazon Mavic Air costa 849 euro nella versione standard, e 1.049 euro nella versione combo con tre batteria. Per chi è un privato e vuole risparmiare su GearBest, grazie a coupon e sconti lo si arriva a pagare anche 680 euro ricevendo il pacco in appena 10 giorni, senza costi aggiuntivi, tramite spedizione Italy Express.
PRO
- Portabilità massima
- Gimbal e stabilizzazione
- Qualità foto e video
- Stabilità in volo
- La modalità smart capture funziona bene..
CONTRO
- …ma la si utilizzerà poco
- Autonomia
- Estrazione MicroSD scomoda