IBM, Cisco, JAMF, Deloitte, Accenture, GE e anche SAP: il futuro di Apple nel settore enterprise è sempre più roseo grazie a una serie di alleanze strategiche con i grandi produttori di servizi e software per le imprese, che hanno trovato negli strumenti di Cupertino un nuovo punto di sviluppo per i loro affari.
Apple dal canto suo, soprattutto da quando Tim Cook è alla guida dell’azienda, ha trovato sempre più interessante il mercato aziendale. Per Steve Jobs era un vero e proprio tabù, costruito attorno all’idea che i decisori degli acquisti aziendali non fossero i singoli dipendenti ma un anonimo burocrate che non seguiva criteri come la bellezza e la superiore funzionalità dei prodotti pensati da Apple, bensì criteri ben più pragmatici di gestibilità della flotta aziendale, sostituibilità delle componenti, cicli di vita, contratti di fornitura.
Ma due tendenze all’opposto hanno congiurato contro le idee a suo tempo di Steve Jobs: la prima deriva dalla nascita del fenomeno del BYOD, “bring your own device”, portate il vostro apparecchio: è la tendenza che vede sempre più i lavoratori di concetto dotati di apparecchi informatici personali (computer, tablet, smartphone) poter scegliere tra dotazioni differenti o addirittura avendo diritto a un rimborso per i propri acquisti personali. In questo modo iPhone prima, Mac poi e adesso soprattutto iPad stanno impazzando.
L’altra tendenza è quella di erogare sempre più servizi in mobilità: il lavoratore che sta in ufficio perde tempo, bisogna collaborare, muoversi, spostarsi, andare dal cliente (o andare dal fornitore, se si è cliente) e quindi deve accedere in tutta sicurezza, autonomia e tranquillità a servizi web, usare app, avere una curva di apprendimento nell’uso di questi strumenti la più bassa possibile, con l’utilizzo di soluzioni ad hoc studiate e sviluppate per determinati ambiti. E qui Apple dà veramente il meglio.
Tanto che, nell’ultima ricerca condotta dalla società di analisi del mercato Canalys emerge chiaramente che Apple sta occupando sempre più un ruolo unico nelle dotazioni aziendali. Merito delle partnership con gli sviluppatori di soluzioni per le aziende, che in Apple vedono produttore di una piattaforma hardware e per la distribuzione del software utilissima e non in competizione.
A differenza di Google e di Microsoft, infatti, Apple fornisce computer, tablet e telefoni, oltre allo store per la distribuzione dei contenuti, ed è molto gradita dai dipendenti delle aziende (cosa che di solito non succedeva con la dotazione tecnologica tradizionale). E al tempo stesso non tenta di rubare mercato nel cloud, nei servizi alle imprese, nei software per la produttività, come invece fanno le suddette aziende come Google e Microsoft, sempre più in competizione con le varie IBM, Cisco, JAMF, Deloitte, Accenture, GE e SAP.
Per questo la ricerca di Canalys mostra che Apple negli ultimi dodici mesi sta crescendo più di tutti gli altri, i suoi prodotti penetrano sempre più profondamente nel mondo aziendale e anche in Italia. È il responsabile delle finanze dell’azienda cioè il CFO di Apple, Luca Maestri (italiano anche lui) a indicare un caso italiano di eccellenza nella conferenza dell’ultima trimestrale: Apple ha sempre più trazione nel settore enterprise, ha detto Maestri agli analisti, e un esempio della standardizzazione attorno a iOS che sta avvenendo nel settore è mostrato ad esempio da Intesa Sanpaolo: «La banca italiana – dice Maestri – ha scelto iOS come standard mobile per i suoi 70mila dipendenti in Italia». Un passo significativo della trasformazione che sta andando avanti a favore di Apple. indice di quanto l’azienda abbia sinora lavorato bene.
Negli Usa Apple ha varie novità che potrebbero forse un giorno arrivare anche da noi: un programma Apple At Work dedicato alle aziende che stanno iniziando a utilizzare le tecnologie di Cupertino (qui la guida in PDF in inglese), nuove opzioni di acquisto attraverso il canale di vendita dei partner commerciali di Apple negli USA, soluzioni per aiutare le imprese a scegliere le tecnologie di Apple.
Ruolo centrale, secondo gli analisti e i partner di Apple nell’integrazione dei sistemi, deriva da iOS 11 e soprattutto dall’iPad Pro 10.5, considerato veramente come un oggetto trasformativo del panorama IT delle aziende. Questo viene anche mostrato a contrario dalla quantità di dati e di applicazioni che vengono “consumate” da parte delle aziende utilizzando gli strumenti di Apple rispetto agli strumenti di altri fornitori di apparecchi IT. La maggioranza è di Cupertino, che da sola vince contro tutto il resto del mercato.
La vera domanda che rimane, in realtà, è un’altra: al netto di tutti i successi, Apple ha raggiunto la massa critica capace di avere un effetto trasformativo sul mercato paragonabile a quella che ebbe in passato Microsoft e i “grandi” dell’hardware come HP e Dell? Non si sa cosa rispondere. Potrebbe darsi di sì ma potrebbero anche mancare molti punti percentuali di mercato. Anche perché le condizioni rispetto al passato sono cambiate e i cambiamenti di fronte oggi accadono con maggiore facilità: le posizioni di rendita non rendono poi più così tanto e soprattutto non più così a lungo.