È avvenuto in Italia l’ultimo ingente furto nel settore delle criptovalute: lo scorso venerdì la piattaforma italiana BitGrail ha denunciato un ammanco di circa 17 milioni di Nano, pari a circa 170 milioni di dollari. Si tratta per il momento del più grande hack legato alle criptovalute avvenuto su una piattaforma italiana.
Secondo quanto riportato dall’amministratore della società, Francesco Firano, la sua piattaforma, un exchange di criptovalute come molti altri diffusi nel mondo, ha registrato una serie di transazioni non autorizzate pari a 17 milioni di Nano, una criptovaluta – in precedenza conosciuta con il nome di Raiblocks – sviluppata a partire dal 2015 e recentemente cresciuta in maniera significativa nel valore e nella capitalizzazione.
«Per l’attività fraudolenta di cui sopra, è stata presentata in data odierna regolare denuncia querela presso le autorità di polizia competenti e le indagini di polizia sono in corso» si legge nel comunicato ufficiale di Bitgrail. Nel momento in cui scriviamo il valore di un nano è di circa 10 dollari, il che porterebbe il furto alla cifra complessiva di 170 milioni di dollari, ma nelle scorse settimane il valore dei Nano aveva raggiunto quasi i 35 dollari. Nelle scorse ore l’ammanco complessivo è arrivato a valere quasi 200 milioni di dollari.
L’accaduto riporta subito alla mente quanto successo nel 2014, quando la piattaforma di scambio Mt Gox chiuse i battenti con un ammanco di 850 mila Bitcoin (450 milioni di dollari di allora), o il più recente hack subito da Coincheck, in cui sono stati rubati 500 milioni di NEM, per un valore di 500 milioni di dollari circa.