Un gruppo di azionisti Apple ha inviato una lettera aperta chiedendo alla multinazionale di studiare l’impatto sulla dipendenza da iPhone e dell’uso massiccio degli smartphone da parte di bambini e adolescenti, chiedendo anche maggiori opzioni nelle funzioni legate ai controlli parentali.
Estratti della lettera sono riportati dal sito AppleInsider che condivide a sua volta quanto riportato dalla società di investimenti Jana Partners e della California State Teachers’ Retirement System (CalSTRS) secondo la quale sono «Sempre più numerose le prove» che per i giovani che usano con sempre maggiore frequenza gli smartphone «Potrebbero esserci involontarie ripercussioni negative». A detta di questo gruppo, «Il crescente disagio sociale» potrebbe avere ripercussioni su Apple e risolvere ora i potenziali problemi derivanti potrebbe essere in aiuto per le azioni della società.
In termini pratici, la lettera propone che Apple integri una modifica nell’iPhone chiedendo nella fase di setup iniziale l’età dell’utente affinché i genitori possano limitare il tempo passato sullo schermo, impostare orari di utilizzo e specificare i social media che è possibile usare, avere a disposizione funzioni che consentono di monitorare l’uso dell’iPhone.
In realtà iOS integra già varie funzionalità specifiche: è possibile usare la funzione Restrizioni, nota anche come “controlli parentali”, per bloccare o limitare l’uso di app e funzioni specifiche su iPhone, iPad o iPod touch. Basta andare in Impostazioni, scegliere “Generali” e da qui “Restrizioni” per abilitare la funzione. Si crea un codice per le restrizioni (necessario per modificare le impostazioni o disattivare Restrizioni) e impedire così la visualizzazione o l’utilizzo di determinate app, funzioni o servizi.
Tra le preoccupazioni di molti genitori, l’uso sconsiderato di social quali Facebook e simili. Recentemente manager che hanno lavorato per il social di Mark Zuckerberg sono arrivati al punto di sostenere che Facebook stia “rompendo il tessuto sociale che fa funzionare la nostra società”. Chamath Palihapitiya, ex manager del gruppo, ha dichiarato che tutti i social network stanno danneggiando la nostra società e di sentirsi “terribilmente colpevole” per averli aiutati a crescere e a esistere. Anche Sean Parker, ex presidente di Facebook nei primi anni di vita del social, ha attaccato la creatura di Zuckerberg: “Sfrutta consapevolmente vulnerabilità nella psicologia umana”.