Intel ha avviato in Israele ricerche su una tecnologia che si prefigge di imitare il cervello umano e studia lo sviluppo di dispositivi in grado di “imparare” dagli utenti. “Le macchine che apprendono offrono grandi opportunità” dice Justin Rattner, chief technology officer di Intel. “Nonostante il loro nome, gli smartphone sono ancora dispositivi piuttosto stupidi; il mio smartphone non sa nulla più di quanto sappia io” dice Rattner.
La ricerca svolta dall’Intel Collaborative Research Institute of Computational Intelligence in collaborazione con specialisti del Technion (istituto tecnologico situato nella città di Haifa) e dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ha come traguardo la creazione di nuove applicazioni come ad esempio computer indossabili in grado di migliorare la qualità della vita. Se ad esempio un utente dimentica a casa le chiavi dell’auto, il dispositivo potrebbe essere la prima volta in grado di ricordare il posto dove sono state lasciate, la seconda potrebbe ricordare al proprietario di uno smartphone di prendere le chiavi prima di uscire. Quindi dispositivi in grado di analizzare il comportamento umano e che secondo Rattner potrebbero essere disponibili già nel 2014 o 2015. “Entro cinque anni organi di senso saranno integrati nei computer e in dieci avremo più transistor in un chip che neuroni nel cervello umano” afferma Moody Eden, presidente di Intel Israele.
Intel ha già implementato la nuova tecnologia in un sistema di digital signage creato per Adidas. Il sistema di segnaletica digitale è in grado di determinare in un punto vendita se l’acquirente è uomo o donna, adulto o bambino mostrando scarpe adatte al target che ha davanti.
[A cura di Mauro Notarianni]