Si fa sempre più infuocato in USA lo scontro sul cartello degli ebook di vengono sono accusati Apple e cinque diversi editori dal Dipartimento di Giustizia statunitense (DOJ). Nella documentazione sottoposta da Apple, la Mela attacca duramente la posizioni del DOJ, definendole “sostanzialmente viziate da un punto di vista dei fatti e della legge”.
Secondo Apple “con questa denuncia il Governo sta dalla parte del monopolio, piuttosto che da quella della concorrenza. Il Governo parte dal presupposto falso che il mercato degli ebook sia stato caratterizzato da una forte concorrenza sui prezzi prima dell’entrata in gioco di Apple ma «questa affermazione – dicono i legali di Cupertino – tralascia un fatto semplice e incontrovertibile: prima del 2010, non c’era una reale concorrenza, c’era solo Amazon»
Apple cerca dunque di ribaltare l’assunto dell’accusa, che attribuisce nella sostanza alla Mela a ai cinque publisher di aver cospirato allo scopo di creare un mercato anti concorrenziale. Secondo Cupertino invece la concorrenza è nata solo proprio grazie al modello agenzia “inventato” dal suo negozio di libri.
Apple prosegue: “La nostra iniziativa ha stimolato l’enorme crescita degli eBook, la gamma e la varietà delle offerte, le vendite e il miglioramento della qualità dell’esperienza di lettura. Questa è la prova di un mercato dinamico e competitivo. Questi fatti scomodi vengono ignorati nella denuncia. Invece, il Governo si concentra sull’aumento dei prezzi per una manciata di titoli.”
Dalla reazione di Cupertino è evidente che la Mela non ha alcuna intenzione di cedere alle accuse del Dipartimento di Giustizia, così come anche Macmillan e Penguin Group, gli unici due editori che hanno deciso di opporsi alle accuse e di affrontare il contenzioso in tribunale.