“Qual’è il miglior telefono Siri?”. Se foste un dipendente di IBM la risposta non arriverebbe mai, perchè Big Blue ha deciso di mettere il bavaglio al sistema di sintesi vocale e di interrogazione di iPhone 4S. La ragione? Privacy sui prodotti e i progetti interni; i rischi non arrivano tanto dalla possibilità di una intercettazione, ma dalla possibilità che Apple possa in qualche modo usare SIRI per carpire segreti industriali.
Tutto dipendene dal fenomeno della consumerizzazione che tocca anche IBM; sono migliaia i dipendenti dell’azienda di Armonk che si portano da casa i propri cellulari e i propri computer, e altrettante sono le dotazioni software e le funzioni che IBM non può controllare: «Quel che abbiamo verificato – dice a Technology Review, rivista on line del MIT il CIO di IBM Jeanette Horan – è una diffusa mancanza di percezione su quel che può essere pericoloso dal punto di vista della sicurezza dei sistemi». Per questo oltre che educare, IBM cerca di prevenire e chiude le porte a software considerati “pericolosi” come SIRI le cui interrogazioni potrebbero, teoricamente, essere archiviate da Apple ed analizzate per andare a caccia di qualche segreto.
SIRI non è l’unica vittima della necessità di sicurezza: anche iCloud non ha cittadinanza negli iPhone di IBM e così anche DropBox. Al posto di questi sistemi di trasferimento e archiviazione file, l’azienda americana ha sviluppato una tecnologia proprietaria: MyMobileHub.
«Siamo estremamente prudenti – dice la Horan – ma si tratta di qualche cosa di connaturato al nostro business»