iTunes è nato come una risposta al disperato bisogno di affrontare HP che dilagava con i suoi computer con masterizzatore integrato; iPod è nato per caso. Ecco due tra i più gustosi, per il palato degli appassionati Apple, degli episodi raccontati da Jon Rubinstein in una intervista video con Engadget.
Il Ceo di Palm, salito sul palco della prima puntata del talk show del popolare sito Internet, era stato invitato per parlare delle strategie, del presente e del futuro della sua società , ma inevitabilmente il discorso è scivolato anche sul suo passato in Apple dove ha ricoperto l’importantissimo ruolo di responsabile del gruppo hardware diventando per nove anni il fulcro delle strategie complessive della Mela, incluse quelle che stanno dando frutto oggi con i dispositivi da tasca.
Rubinstein ha spiegato di essere giunto a Cupertino convocato da Jobs, nei giorni più bui dell’era post-Amelio. ‘Apple era in condizioni davvero pietose – ha detto Rubinstein – e la sfida era stimolante. Così ho risposto alla chiamata di Steve che avevo conosciuto qualche anno prima, lavorando in NeXT’. Nel corso dell’intervista si è parlato di come sia nato iTunes: ‘Eravamo sotto pressione di HP – ha aggiunto il manager di Palm – che con i suoi computer con masterizzatore ci dava filo da torcere. iTunes è nato come una risposta a questa situazione: volevamo creare dei computer in grado di creare CD e ci voleva un ottimo software’. à stato in quel momento che Apple ha cominciato a prendere coscienza di quanto fossero arretrati i dispositivi per la musica digitale: ‘Erano una cosa terribile – ha detto Rubinstein – ce n’era qualcuno piccolo che conteneva otto canzoni e qualcuno che ne conteneva di più ma era enorme. Nel corso di un viaggio in visita ad alcuni fornitori giapponesi ho visto che era cominciata la produzione di dischi da 1,8 pollici, ed è lì che è nata l’idea di iPod’.
Rubinstein ha poi spiegato che la sua partenza da Apple è avvenuta per la necessità di avere una pausa: ‘lavoravo da sedici anni, anche se non consecutivamente, con Steve e da nove in Apple. Ho deciso che era tempo di staccare la spina. Sono stato in vacanza in Messico e mi sono riposato. Poi è arrivata la chiamata da Elevation Partners che mi ha offerto la possibilità di lavorare in Palm prima come consulente e poi con sempre maggiori responsabilità . La situazione era molto simile a quella che mi aveva spinto ad accettare l’incarico in Apple e ho accettato’.
Nella parte successiva dell’intervista il Ceo di Palm ha parlato essenzialmente delle strategie della sua società che ricalcano quelle di Apple: ‘anche noi, come ha fatto Apple al momento del nostro arrivo, stiamo lavorando per focalizzare la nostra attenzione su alcuni prodotti strategici cercando di concentrarci su quello che è rilevante per il mercato in cui operiamo. Abbiamo buone possibilità di riuscirci; paradossalmente per noi è più facile di quanto non sia stato per Apple. Il mercato allora era dominato da un solido monopolio costituito da Windows e Intel, ora nel settore della mobilità ci sono quattro o cinque operatori e un orizzonte assai più vasto. Se hai una buona idea puoi davvero avere un grande successo’.
Anche parlando delle strategie di Palm non è mancato qualche cenno ad Apple: ‘Come avete fatto a tenere segreto fino all’ultimo il Palm Pre – ha chiesto Joshua Topolsky che intervistava Rubinstein – avete imparato qualche cosa da Apple?’ ‘Abbiamo distribuito i prodotti test a pochissima gente. E poi voi giornalisti state sempre a rovistare nel bidone della spazzatura di Apple e non nel nostro, per questo è stato più facile’. Rubinstein ha poi glissato, aggirando la risposta, sul tema della sincronizzazione del Palm Pre con iTunes. L’unico elemento che lascia intendere quale sia la strategia dietro alla scelta di rincorrere Apple, a sua volta impegnata a distruggere a suon di aggiornamenti, la compatibilità con il Pre è il riferimento alla necessità di ‘essere aggressivi da parte di un’azienda come la nostra che deve combattere con realtà molto più grandi e affermate’.
Qui sotto il filmato completo dell’intervista a Engadget