“Precise Pangolin” è il nome dell’ultima distribuzione GNU/Linux Ubuntu. La principale novità è la controversa modalità HUD (Head-Up Display) che consente agli utenti di interagire con i menù delle applicazioni premendo il tasto ALT e digitando la voce desiderata (un po’ sulla falsariga di quanto è possibile fare con Spotlight su OS X).L’idea del team che sviluppa Ubuntu va un po’ oltre quanto pensato da Apple con OS X: la funzione, infatti, non deve necessariamente essere richiamata da un punto fisso ma è indipendente e sfruttabile con qualsiasi applicazione e dovrebbe progressivamente sostituire in tutto e per tutto i menu.
Altra novità importante è il supporto alla distribuzione da parte degli sviluppatori: si passa da tre a cinque anni, sia per le versioni desktop, sia per le versioni server. Le due versioni dell’ambiente desktop Unity sono state rinnovate e ora è possibile ridimensionare (nella versione 3D) le icone del launcher senza bisogno di sfruttare tool esterni. Sul versante della privacy un tool permette di gestire la cronologia nei risultati del Dash (è possibile eliminare la visualizzazione degli ultimi file o delle ultime applicazioni avviate). Il player predefinito torna ad essere Rhythmbox, con la rimozione di Mono dalle installazioni di default.
Miglioramenti “sotto il cofano” sono il nuovo kernel 3.2 che ha come obiettivo la riduzione dei consumi energetici e l’aumento della durata delle batterie con i notebook. Come sempre la distribuzione può essere installata sul Mac su una partizione dedicata dell’HD o ricorrendo a uno dei tanti software di virtualizzazione (Parallels Desktop, VMWare Fusion o VirtualBox). Il futuro Ubuntu 12.10 si chiamerà Quantal Quetzal.
[A cura di Mauro Notarianni]