La Commissione Europea ha approvato il nuovo regolamento sul Geoblocking, una mossa che costringerà le imprese di commercio elettronico ad accettare ordini e vendere ai consumatori di tutta Europa, indipendentemente dal paese in cui vivono.
Nonostante nel testo approvato siano state inserite alcune clausole di salvaguardia, non è invece chiaro quale norma applicare in caso di controversie tra il professionista e il consumatore: AICEL (Associazione Italiana Commercio Elettronico) teme che si applichino le norme del paese in cui risiede il consumatore.
Andrea Spedale, Presidente AICEL, ha dichiarato: “Il regolamento approvato non considera le realtà del mercato europeo, ancora meno quelle del mercato italiano, un mercato fatto di medie, piccole e micro-imprese. Un piccolo eCommerce può davvero affrontare le sfide della vendita in tutta Europa? Cosa succederà se un consumatore polacco avrà una lamentela circa un acquisto effettuato in un webshop italiano? In quale lingua potrà farlo? I nostri legali concordano sul fatto che, a prescindere dalle garanzie, il regolamento approvato non impedirà l’applicazione delle norme di tutela sui consumatori del loro paese”
Secondo la UE, l’accordo raggiunto per eliminare le restrizioni e i blocchi online significherebbe più scelta per i consumatori, una spinta all’ecommerce e un grande passo verso il completamento del mercato unico digitale (DSM).
AICEL ritiene che l’introduzione del regolamento sia prematura. Il presidente infatti ha evidenziato come “in Europa non esistano norme armonizzate per i consumatori, non ci sia un panorama dei pagamenti armonizzato e come sia ancora troppo complesso, per i piccoli venditori, trattare con servizi di consegna paneuropei. I politici dovrebbero occuparsi di questi aspetti ed eliminare le differenze, non dovrebbero rinunciare al loro ruolo delegando il tutto ad altri attraverso un regolamento. La costituzione del Digital Single Market non può essere imposta ex lege costringendo i venditori a metterlo in atto a proprie spese”