Quella degli iPhone smarriti nei bar sembra ormai un appuntamento annuale: dopo il famoso prototipo di iPhone 4, recuperato poi da Gizmodo per uno scoop che portò ad una salve di polemiche, lo scorso anno si parlò di un secondo misterioso prototipo, scomparso sempre presso un bar di San Francisco. Notizie ufficiali sull’effettivo smarrimento non furono mai date, quel che però avvenne e fu certificato anche da documenti di polizia fu una perquisizione avvenuta, con modalità tutte da verificare ma che secondo i giornali furono discutibili per metodo e procedure, presso la casa, l’auto e il garage di un cittadino di San Francisco, tale Sergio Calderon che si sentì violato nella privacy, denunciando presunti sopprusi perpetrati da agenti di sicurezza privata che operavano in nome di Apple.
Nonostante di tutta la vicenda si ebbe solo un eco indiretto, sembrano ora giungere conferme che qualche cosa, se non altro, in quelle sere di fine estate avvenne e che Apple fu coinvolta cosa che a Cupertino si è sempre ben guardati dal confermare. In particolare è l’avvocato di Calderon, David Monroe, a far capire che la faccenda deve essersi chiusa se è vero che il legale, più che loquace fino a qualche tempo fa, ora si nega totalmente e dice di non avere più nulla da dire in prosposito. Secondo Networkworld il mutismo (da Monroe arrivano solo dei “no comment”) deriva dal fatto che le due parti si sarebbero accordate per evitare un incontro-scontro in tribunale.
Chi aveva tutto l’interesse ad evitare l’azione legale è Apple che di fronte ad un giudice avrebbe dovuto o negare tutto, sostenendo che i fatti non si sono mai svolti avendo concretissime prove che Calderon si fosse inventato ogni dettaglio, cosa che al momento pare del tutto improbabile visto che la polizia ha rilasciato documenti che provano il contrario, o presentare una lista di testimoni ed esporre nel dettaglio i fatti. Sia che la procedura di perquisizione si fosse svolta nei termini previsti dalla legge, sia che sia stata perseguita in maniera impropria, come sostengono i giornali, ad Apple toccherebbe spiegare come ha perso l’iPhone, perchè l’ha perso, chi l’ha perso, come si svolgono le procedure di assegnazione dei dispositivi per il beta testing, come si procedere in questi casi, chi sono i suoi responsabili della sicurezza e molto altro.
Insomma molto meglio pagare, anche se si pensa di avere ragione, piuttosto che sciorinare dettagli su procedure interne e far sfilare volti e nomi, e molto meglio concentrarsi su come evitare il ripetersi di vicende come quelle accadute nel corso degli ultimi due anni. Fra pochi mesi sarà nuovamente estate e visti i precedenti episodi, quest’anno i bar di San Francisco potrebbero essere molto più affollati di fan della Mela…
Qui sotto il locale dove sarebbe stato smarrito l’iPhone