iAd non decolla e ancora una volta Apple deve rivedere al ribasso le condizioni del servizio pubblicitario per iOS che Steve Jobs lanciò in pompa magna 2 anni fa. Per accedere al network gli inserzionisti devono garantire come minimo un investimento di “soli” 100 mila dollari.
Cifra ancora consistente ma lontana dal milione di dollari previsto al debutto di iAd e ai 500 mila dollari pari al limite precedente. Inoltre Apple alza l’asticella riguardante la percentuale di pagamento degli sviluppatori, portandola dal 60% al 70%. Segnali che fanno capire che non solo la tendenza degli inserzionisti ad investire sempre meno in iAd, ma anche quella degli sviluppatori ad essere poco interessati ad implementare gli spot nelle loro applicazioni.
Una tendenza difficile da biasimare: iOS è storicamente la piattaforma più redditizia in termini di app vendute e risulta quindi più conveniente sviluppare applicazioni con lo scopo di ricavare profitti più dalla vendita che dalla rendita pubblicitaria. In programma anche un cambio di modelli di spesa, non più basato sul pagamento sia di click che di impression, ma solo di click.
Con tali mosse Apple spera di recuperare il market share perso nei confronti di Google e di Millenial Media, che crescono e detengono rispettivamente il 24% e il 17% dell’attuale mercato pubblicitario mobile; diversamente la Mela perde terreno e si assesta al 15%. Una cifra comunque di tutto rispetto ma che non è proporzionale al volume di applicazioni disponibili su iOS.