Seagate punta a presentare hard disk da 20TB entro il 2020 grazie alla heat assisted magnetic recording (HAMR), tecnologia che consente di aumentare il numero di bit di informazioni per pollice quadrato nelle unità disco, spingendo i limiti della registrazione magnetica oltre l’immaginabile.
L’azienda ritiene che l’HAMR consentirà a lungo andare di creare dischi rigidi anche da 100TB. In un post sul blog aziendale nel quale si ipotizzano scenari fino al 2025 e oltre, Seagate evidenzia l’uso di tecnologie legate all’HAMR sin dagli anni ’90 da quando è stato creato un centro di ricerca ad hoc.
Al momento vi sono varie sfide da superare per fare un hard disk da 20TB. A breve termine sarà presentata un’unità da 16TB con form factor tradizionale da 3,5″ ma l’HAMR continua a offrire possibilità di evoluzione e l’azienda prevede dischi da 50TB con lo sfruttamento di una tecnologia denominata heated dot magnetic recording (HDMR) prevede anche unità da 100TB.
Seagate non è l’unica che ha allo studio dischi rigidi di enormi capacità. La rivale Western Digital ha da poco presentato un disco da 14TB e prevede di sfruttare la tecnologia denominata microwave-assisted magnetic recording (MAMR) per arrivare ai 40TB entro il 2025. Secondo WD, la MAMR è a lungo termine più affidabile rispetto all’HAMR perché non applica calore ai piatti e inoltre sarebbe meno costosa e più semplice da implementare. La tecnologia HAMR risolve il problema dell’affidabilità dei dati memorizzati in aree piccolissime, riscaldando il supporto con un raggio laser nel punto preciso in cui i bit di dati vengono registrati. Risulta infatti più facile scrivere sul supporto scaldato, che poi si raffredda rapidamente rendendo i dati scritti stabili. Con la registrazione assistita mediante riscaldamento è quindi possibile aumentare notevolmente la densità registrata.