L’associazione belga dei consumatori Test-Achats/Test-Aankoop e dieci altre organizzazioni europee simili puntano il dito contro Apple per il presunto mancato rispetto delle leggi sulla garanzia. Similarmente a quanto denunciato da alcune associazioni italiane, quelle belghe accusano Apple d’informazioni “imprecise e incomplete” e altre accusano ancora la casa della Mela e i suoi distributori di divulgare “affermazioni non corrette e fuorvianti”.
Nel mirino, come sa bene chi conosce la materia, c’è la scelta di offrire un solo anno di copertura lasciando il secondo dei due anni previsti dalle normative dell’EU a carico del rivenditore finale. Se questa modalità di tutela del consumatore, a prima vista, appare in linea con quello che prevede la legge dell’Unione, nei fatti si traduce in uno svantaggio per chi acquistando un prodotto Apple si trova di fronte ad un guasto nel secondo anno di vita del dispositivo e non si vede riconosciuto il “difetto di conformità”, la contestatissima e problematica definizione del guasto che dovrebbe obbligare chi vende a coprire (a sue spese) la riparazione.
In Italia a dicembre dello scorso anno, l’antitrust ha sanzionato Apple per complessivi 900 mila euro. Secondo l’Antritrust sia presso i punti vendita, sia on line (su apple.com e store.apple.com) la casa della Mela non aveva informato in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo, «ostacolando l’esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la garanzia convenzionale del produttore di 1 anno». Secondo l’authority le «informazioni date su natura, contenuto e durata dei servizi di assistenza aggiuntivi a pagamento AppleCare Protection Plan, unite ai mancati chiarimenti sull’esistenza della garanzia legale biennale, erano tali da indurre i consumatori a sottoscrivere un contratto aggiuntivo quando la ‘copertura’ del servizio a pagamento si sovrappone in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo».
[A cura di Mauro Notarianni]