Non solo Google ed Amazon guardano ad alcuni innovativi progetti per creare versioni digitali dei libri. Prendendo spunto da pratiche viste per le strade di Tokyo. Ieri infatti erano i ragazzini giapponesi che fotografavano con il cellulare i fumetti e se li mandavano via MMS. Oggi è BookSnap, un apparecchio da 1.600 dollari che permette di digitalizzare cinquecento pagine di libro. Più veloce di uno scanner, è praticamente un telaio su cui sono montate due fotocamere ad alta qualità , mentre le pagine si girano a mano.
L’idea è di Art Boppanon, tailandese di 28 anni trapiantato negli Stati Uniti, che ha avviato la sua impresa con 15 dipendenti, 14 dei quali a Bangkok dove l’apparecchio viene fabbricato. L’obiettivo è rivoluzionare il modo in cui vengono digitalizzati (e più avanti condivisi via Internet) i libri.
L’approccio è all’opposto di quello di Google, che utilizza apparecchi da 100mila dollari e firma accordi con le più grandi biblioteche e archivi del mondo. “Noi invece vogliamo essere il Napster dei libri, o almeno la nuova Xerox”, dice Boppanon, che ha selezionato il suo socio americano, Nick Warnock, guardando un reality show in tivù.
Magari non loro, sostengono quelli dell’Associazione editori americani, ma in effetti il rischio c’è davvero. Per questo la vendita di libri in edizione digitale in tanti paesi viene tenuta strettamente sotto controllo: il rischio è che i servizi come quello di BookSnap partano nel “vuoto” dell’offerta e diano la stura alla pirateria su larga scala.