à finita un’epoca e se ne apre una nuova. Nei giorni scorsi la FCC aveva annunciato, grazie al suo nuovo chairman che è stato nominato dal presidente USA Barack Obama, che la neutralità della rete deve essere rispettata da tutti e che nessuno si può permettere di filtrarne il contenuto, e adesso subito si cambia fronte. Si riapre infatti l’epoca delle grandi cause legali, secondo gli esperti.
A darne notizia è un segnale, un campanello d’allarme, che proviene dalla più controversa tra le aziende che forniscono connettività negli USA: Comcast. Il provider di banda larga dal dicembre del 2008 sta infatti filtrando il traffico dei suoi utenti, sezionando i differenti tipi di bit che passano per la rete e i suoi router (tipo: Web, posta, P2P e così via) regolandone la velocità in modo differenziale.
Adesso, questa cosa non va più bene: per la FCC non si può distinguere il traffico altrui discriminando un pacchetto rispetto a un altro. Diventerà legge molto rapidamente, visto che la maggioranza all’interno dell’organo federale per la regolamentazione delle telecomunicazioni è a maggioranza democratico (la parte che sostiene questa tesi di apertura della Rete), e quindi i provider si devono adattare.
Niente più stop a monte per Bit Torrent, quindi, e allora via alle nuove cause contro gli utenti che ne abusano. Una sorta di modica quantità implicita: se il traffico non supera una certa soglia di buona creanza, che nessuno esplicita, allora non capita niente. Se invece si “traffica” troppo, l’attacco nucleare con avvocati e cause legali milionarie è dietro l’angolo.
Il risultato è che Comcast farà causa ai suoi clienti, così come le industrie cinematografiche e musicali hanno fatto causa ai loro clienti nel tempo. I risultati non saranno positivi, ma chi non conosce la storia, diceva Giambattista Vico, è condannato a riviverla.