Mettere Touch ID sotto lo schermo è una cattiva idea. O, forse, è più che altro una cattiva idea fare qualche cosa di diverso da quel che fa Apple, o magari più che altro, è difficile avere idee innovative e rischiare qualche cosa per metterle in atto. I fatti sembrano che questo è il trend dominante nella tecnologia alla cinese, dove i produttori di cellulari fino al lancio di iPhone X si scervellavano come mettere il Touch ID al di sotto dello schermo, mentre adesso non importa questo sembra non importare più a nessuno.
E’ l’analista Kuo a rivelarlo in un rapporto diffuso da AppleInsider, secondo cui l’interesse per il 3D facing sarebbe triplicato nei produttori Android, subito dopo la presentazione di iPhone X. Prima che lo smartphone del decimo anniversario Apple fosse svelato al pubblico, l’interesse principale era invece proprio quello di creare un Touch ID che funzionasse anche al di sotto dello schermo. Guarda caso, questa soluzione, nei mesi addietro, era quella più accreditata per il prossimo smartphone di Cupertino.
Anche se l’interesse del mondo Android è alto nei confronti del Face ID, non sarà facile per nessuno ottenere tale tecnologia. Come, infatti, evidenziato in un rapporto dei giorni passati, c’è carenza della materia prima. Il problema, del resto, è ben noto anche ad Apple. Proprio a causa della ridotta quantità di componenti lo stesso iPhone X corre il rischio di essere prodotto molto più lentamente di quanto il mercato sarebbe in grado di assorbirlo. Se persino Apple, pur con la sua potenza di fuoco, fatica a fare fronte alle richieste, il resto dei suoi arrembanti concorrenti può solo sognare di avere accesso alle forniture.
In ogni caso, i produttori Android cercheranno in tutti i modi di mettersi in carreggiata, perché il 3D sensing non solo consente il riconoscimento facciale in applicazioni di sicurezza o funzionalità nuove e divertenti, come la possibilità di creare espressioni facciali su Animoji, ma soprattutto gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo delle tecnologie di Realtà Aumentata.
Ed allora, è facile pensare che produttori di componenti Android, come Qualcomm, Himax, Orbbec, e Mantis Vision, inizino ad investire in questa nuova tecnologia, anche se in passato avevano dedicato fondi e attenzione al Touch ID sotto schermo. Ci vorranno, però, due o tre anni, perché questa nuova tecnologia possa superare quella tradizionale, applicata alla quasi totalità di smartphone Android, relativa al semplice Touch ID, inserito all’interno di un pulsante fisico sulla parte frontale, o posteriore, della scocca dei terminali.
A dire il vero, spiega Kuo, non è stata solo la mossa di Apple a spostare l’attenzione sulla tecnologia del Face ID, al posto di un Touch Id sotto schermo, ma anche la previsione che il futuro degli smartphone è rappresentato da schermi OLED. Questi mal si prestano ad un eventuale Touch ID posto al di sotto del pannello: pertanto, la scelta di spostare l’attenzione su una nuova tecnologia di scansione 3D al posto della lettura delle impronte sembra obbligata.
Quanto appena sopra, però, potrebbe non valere per Samsung. Secondo lo stesso analista, infatti, il colosso sud coreano, a differenza di molti altri competitor cinesi, sarebbe in grado di produtte schermi OLED flessibili, che potrebbero facilitare l’introduzione di sensori di impronte digitali posti al di sotto dei pannelli. Insomma, siamo ad un punto di svolta e ci si chiede se Samsung avrà la forza e il coraggio di perseguire, eventualmente, strade diametralmente opposte rispetto ad Apple e a tutti gli altri competitor sul mercato.