Nuovo e ultimo capitolo nell’infinita vicenda per la vendita della divisione semiconduttori di Toshiba: la multinazionale giapponese avrebbe scelto di cedere la divisione che fa gola a tanti big del mondo IT, a Bain Capital LP, attività di private equity statunitense con Apple, l’azienda sudcoreana produttrice di chip SK Hynix, la Banca dello Sviluppo del Giappone, Dell, Kingston e Seagate.
A riferire l’ultima novità è Reuters, spiegando che il Consiglio di Amministrazione del secondo produttore al mondo di memorie NAND, era inizialmente orientato verso la cessione al gruppo del quale è parte Western Digital. Non è chiaro cosa accadrà ora giacché Western Digital, in virtù di una precedente joint venture con Toshiba, aveva minacciato azioni legali, affermando di avere una sorta di priorità sull’affare e che nulla poteva essere deciso senza il suo consenso.
La transazione avrebbe un valore di 2.400 miliardi di yen (circa 22 miliardi di dollari), valore superiore a quanto indicato all’inizio delle contrattazioni. La scorsa settimana i giapponesi avevano siglato con Bain Capital un memorandum di intesa che il consiglio di amministrazione dell’azienda ha ora evidentemente accettato, portando ai negoziati finali.
Per Toshiba è fondamentale completare la vendita della divisione in questione entro il prossimo 31 marzo (fine dell’anno fiscale), per risolvere il problema delle ingenti perdite registrate derivanti da attività nucleari negli Stati Uniti (la divisione è in bancarotta) e impedire la revoca della società dalle negoziazioni dalla Borsa di Tokyo.
Come abbiamo spiegato in articoli precedenti, per Apple l’acquisizione della divisione Toshiba che, tra le altre cose, è in grado di produrre memorie per smartphone, tablet e computer, potrebbe significare ridurre la dipendenza da Samsung. Western Digital ha fatto di tutto per ottenere la divisione semiconduttori dei giapponesi; ha anche provato a mettere i bastoni tra le ruote ad altre aziende interessate all’acquisizione, vantando una sorta di diritto di prelazione, chiedendo “aiuto” alla parigina Camera di Commercio Internazionale al fine di risultare l’unico interlocutore per questa vendita. Dopo mesi di trattative e indiscrezioni forse è davvero la fine della questione: non rimane che attendere i primi comunicati ufficiali con i dettagli dell’operazione.