La lezioncina viene da lontano. Dalla Cina, per la precisione dove si mette in discussione la proverbiale attenzione al dettaglio Apple di cui Cupertino ha fatto una bandiera. E per i designer di Apple deve essere doppiamente antipatica, perché non solo è lunghissima, un articolo che sembra non finire mai pubblicato su Medium, ma anche perché è tradotto con un sistema semi-automatico dalla lingua dell’Impero di Mezzo e ci sono pezzi che non tornano molto. Ma tant’è.
Nella casa dei Precisini, perché così potremmo chiamare quelli di Apple, dei veri primi della classe che si sono sempre fatti beffe degli strafalcioni e delle improvvisazioni scoordinate di quegli asinelli di Microsoft, di Facebbok e di Google, adesso stanno forse tremando le pareti e cascando i calcinacci ancora freschi di stuccatura del nuovo Apple Park.
Perché la verità che viene dall’Oriente è come Chen: un pugno furioso che colpisce senza pietà e fa male. La leggendaria attenzione per i dettagli dei Precisini di Apple adesso si incrina. E non su cose macroscopiche, come il passaggio dallo scheumorfismo alla grafica “solida” dei colori giustapposta, oppure la scelta del metallo come decorazione parallela alle caramelle colorate di Aqua. No, qui la cosa è più subdola, più minimale e molto più grave, secondo l’accusatore del SudEst asiatico.
La grande colpa di Apple è di aver perso l’attenzione per i dettagli e aver mescolato decine di errori piccoli e grandi nell’interfaccia come allineamenti sbagliati di testo da una schermata all’altra, spaziature non rispettate, caratteri fuori misura, e decine di altre piccole incoerenze che qui sarebbe davvero troppo lungo e noioso elencare.
Dopotutto, i sistemi operativi sono opere collettive e anche la loro grafica ha l’ampiezza come lavoro ore-uomo di un monumento epocale, di una piramide egizia o di una autostrada di migliaia di chilometri. Vi lavorano con passione e, si presume, con attenzione centinaia se non migliaia di persone, operose formichine che devono mettere assieme il loro piccolo pezzetto all’interno di un grande affresco, un mosaico estremamente complesso in cui la visione e la preparazione dei pochi grandi architetti è tutto.
Basta una disattenzione da poco e salta tutto. Se non si tiene la puntualità estrema che permette di coordinare con attenzione maniacale ogni più piccolo dettaglio, nascono incongruenze, bachi, errori, scivoloni. Secondo il critico cinese, tal Ryan Lau, che si definisce “un appassionato di design e tipografia basato a Shanghai”, basta davvero poco per distruggere tutto. I Precisini di Apple lo hanno fatto. Sarà davvero così?