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Apple: così ci prendiamo cura dell’ambiente

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23,1 milioni di tonnellate di gas serra. Ecco quanto pesa, è il caso di dirlo, il mondo Apple sull’ecosistema globale. A dare le cifre, come accade ogni anno, da qualche anno, è la stessa società di Cupertino con un aggiornamento della sezione del suo sito dedicata all’argomento.

L’aumento rispetto al 2010, quando i gas serra connessi all’attività di Apple erano di 14,8 milioni, è molto sensibile ma è dovuta essenzialmente all’aumento della produzione e alla popolarità dei prodotti con la Mela. Un grafico pubblicato nella stessa pagina, in effetti, dimostra che le emissioni di gas serra in rapporto al fatturato sono calate del 15,4% dal 2008 ad oggi: «e siamo – si legge tra i commenti – l’unica azienda nel nostro settore non solo a soddisfare, ma anche a superare le linee guida delle specifiche Energy Star con tutti i suoi prodotti».

Apple mette anche in luce come dall’attività diretta dei suoi stabilimenti ed impianti, dipendano solo il 2% dei gas serra emessi in atmosfera, il 98% dipende dal ciclo dei prodotti, dall’estrazione delle materie prime fino al loro smaltimento. Apple su questo fronte sta lavorando per la riduzione delle dimensioni, e quindi della quantità di materiali, e degli imballi. Interessante e curioso è un grafico dal quale si evince come questo processo abbia permesso di ridurre del 90% l’impatto in termini di gas serra della Apple TV e del 50% quello dell’iMac (rispetto al 1998). Per quanto riguarda gli imballi Apple porta ad esempio l’iPhone. Rispetto all’originale, l’attuale pacchetto è del 42% più piccolo così che ogni pallett contiene l’80% in più di iPhone e questo significa un sostanziale abbattimento dei consumi in termini di trasporti. Produzione e trasporto da soli pesano per il 66% dell’emissione dei gas serra.

apple emissione gas serra

Un’altra grande parte dei gas serra deriva dall’uso dei prodotti. Qui Apple sottolinea l’adozione di processori efficienti con una menzione speciale per i chip A4 e A5 degli iPhone e degli iPad; ma l’intera linea di prodotti Apple è stata disegnata e viene costantemente ridisegnata con in mente l’efficienza energetica.

I dettagli più interessanti e anche inediti derivano dalla sezione sugli impianti. Da qui si apprende che Apple ha eliminato 30mila metri cubi di gas serra affidando a fonti rinnovabili l’alimentazione degli uffici di Austin, Sacramento, Monaco di Baviera e Cork. Apple ha anche lanciato un’iniziativa che spinge i suoi dipendenti ad usare i mezzi pubblici e un programma per lo sfruttamento di autobus gratuiti che funzionano a biodiesel.

Molto vasta la sezione dedicata a spiegare come sia stato reso eco-compatibile il grande data center di Maiden, in North Carolina, l’unico di queste dimensioni avere avere ottenuto, dice Apple, la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) Platinum dall’ U.S. Green Building Council. Il livello Platinum è il massimo possibile per un edificio che deve, per questo, arrivare tra gli 80 e i 110 punti in base ad una serie di parametri che vanno dalla sostenibilità del sito alla qualità ambientale interna. Apple è ricorsa a sistemi particolarmente avanzati per abbattere l’impatto ambientale della server farm; tra le tecnologie impiegate Apple cita un sofisticato sistema di raffreddamento che usa un mix di acqua fredda, ventilazione forzata, aria a circolazione naturale e analisi delle temperature per abbattere i consumi, distribuzione di corrente ad elevati voltaggi per ridurre la dispersione, tetto dipinto di bianco per un effetto refrazione del calore, illuminazione a LED con sensori di movimento per una illuminazione ad hoc ed efficiente. L’intero impianto è stato realizzato per il 14% con materiali riciclati e ha utilizzato per il 41% materiali acquistati entro 500 miglia dal sito

Apple ritiene, grazie all’impianto di Maiden, che ospita i servizi iCloud ma anche quelli iTunes, di essere riuscita a ridurre sensibilmente l’impatto ambientale di DVD, CD, DVD ROM che venivano usati per distribuire e fruire di contenuti digitali. Lo stesso vantaggio deriva dall’adozioni di libri elettronici e di riviste gestire attraverso Newstand; secondo Apple un utente di iPad ha metà dell’impatto ambientale di un lettore che usa libri su carta.

La tematica ambientale, lo ricordiamo, è un elemento di primo piano nelle politiche Apple da quando era sorta una forte polemica tra Greepeace e l’azienda di Cupertino. L’associazione ambientalista aveva lanciato pesanti accuse nei confronti dei metodi di produzione, scelta dei materiali e soprattutto campagne di riciclo dei prodotti. Jobs aveva risposto duramente alle accuse e per qualche mese il confronto è stato accesissimo con manifestazioni pubbliche plateali di Greepeace che era arrivata ad inscenare proteste di fronte ad alcuni negozi Apple (tra cui quello di Roma, nel giorno dell’inaugurazione) e ad illuminare con lampade verdi il cubo in cristallo dello store di New York. Era stata anche creata una pagina Web ad hoc (Green My Apple) con dettagli sulle “non politiche” ambientaliste di Apple. Da allora però la Mela ha fatto decisi passi avanti sia in fatto di adozione di sistemi di produzione e di organizzazione ecosostenibili che di trasparenza di cui la pagina che citiamo in apertura è forse l’esempio più eclatante. Non a caso oggi Greenpeace premia Apple con buoni voti nella classifica dell’elettronica verde che viene stilata regolarmente per far il punto sulle politiche ambientali delle principali aziende del settore.

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