Per l’auto a guida autonoma, Apple è in forte ritardo: le tecnologie alle quali starebbe lavorando sono al punto dove era Google tre anni addietro. Lo riferisce Business Insider citando una non meglio precisata “gola profonda”, una persona legata ad Apple che conoscerebbe i piani di Cupertino e tecnologie di altre aziende di primo piano che lavorano su questo versante.
“Apple sta semplicemente cercando di recuperare” afferma la fonte del sito USA. Le idee di Google sono ora confluite in Waymo, la divisione di Google dedicata allo sviluppo di tecnologie per l’auto autonoma. Aziende quali Uber, Tesla e case automobilistiche quali GM, sono tutte impegnate su questo versante.
Apple ha cominciato a occuparsi di questo settore più tardi rispetto ad altri ma a frenare l’azienda vi sarebbero state divergenze sulla strada da intraprendere. Originariamente l’idea di alcuni dirigenti era di sviluppare un prodotto che avrebbe rivoluzionato il settore automobilistico e sfidato le case tradizionali, ma le ambizioni, ha svelato il New York Times, sono cambiate: anziché puntare a un veicolo a marchio Apple, i dirigenti avrebbero deciso di focalizzarsi sul software che permette a una vettura di funzionare anche senza un conducente, strategia seguita anche da altri gruppi come Waymo.
Secondo il giornale USA Apple ha intenzione di attivare il servizio navetta “PAIL” (Palo Alto to Infinite Loop) che funzionerà con la guida autonoma e permetterà di trasportare i dipendenti Apple da un edificio a un altro. L’auto usata sarà probabilmente qualche veicolo commerciale esistente, sfruttata da Apple per testare sue tecnologie di self-driving ancora in fase di sviluppo.
Tra le tecnologie testate da Apple negli ultimi anni, auto con ruote sferiche (per consentire maggiore mobilità), motorini silenziosi per l’apertura delle porte, una nuova tecnologia radar per i sensori, funzionalità di Realtà Aumentata per “interfacciarsi” con l’esterno. Da luglio 2016 il cosiddetto “Project Titan” sarebbe stato ridimensionato, gli obiettivi ambiati e tutto il team affidato a Bob Mansfield, brillante manager che aveva prestato servizio nell’era di Steve Jobs.