Steve Jobs servì effettivamente nella prima amministrazione Bush nel ruolo di consigliere per le esportazioni e gli affari internazionali, inoltre il co-fondatore della Mela tra il 1988 e il 1990 ottenne l’accesso di livello Top Secret per il Dipartimento della Difesa. Sono alcuni dei nuovi interessanti dettagli, finora rimasti completamente segreti, che trapelano dal corposo dossier dell’FBI su Steve Jobs, redatto nel 1991 ma pubblicato solo ieri. La pubblicazione ha colto di sorpresa media e appassionati: non capita spesso infatti di poter mettere le mani sui dossier completi dell’FBI, soprattutto a così breve distanza dalla scomparsa del soggetto in questione. La pubblicazione non è frutto di un errore e nemmeno di un cambio di politiche interne dell’FBI ma risponde alle nuove regole di trasparenza previste dal Freedom of Information Act, su esplicita richiesta avanzata dal The Wall Street Journal/FINS.
Il dossier è lungo ben 191 pagine e contiene ogni dettaglio potenzialmente sensibile per l’indagine sulla vita, il lavoro, il carattere e le relazioni personali di Steve Jobs. Gli agenti dell’FBI riportano numerose dichiarazioni di colleghi di lavoro, amici, ex amici e semplici conoscenti con l’obiettivo di stabilire se Jobs fosse o meno una persona indicata per ricoprire una carica nell’amministrazione. La maggior parte delle dichiarazioni descrivono Jobs come un uomo “talentuoso, creativo e gran lavoratore” ma anche “determinatissimo e testardo”. Altrettanto numerose le dichiarazioni che sollevano qualche dubbio sulla moralità e sull’etica di Jobs soprattutto per quanto riguarda l’uso di droghe avvenuto in gioventù, ma occorre tenere presente che siamo negli Stati Uniti e che Jobs visse nel periodo degli hippy e della California degli anni ’60. Nelle dichiarazioni di una donna, amica di gioventù, Jobs viene descritto anche come “superficiale e insensibile” con accenni alla distorsione della verità quando è necessario ottenere ciò che vuole.
Nonostante questi aspetti problematici del carattere di Jobs la persona intervistata raccomandò Jobs per la posizione all’interno del governo. Interessante infine la rilevazione che Jobs ottenne un accesso di livello Top Secret per il Dipartimento della Difesa per un lavoro che seguì con Pixar dal 1988 al 1990. I dettagli non sono ancora emersi ma il lascia passare della Difesa fu molto probabilmente necessario per poter implementare alcune tecnologie di computer grafica avanzata, allora sviluppate da Pixar unitamente a un sistema hardware dedicato, per l’elaborazione digitale di mappe, cartografie o foto satellitari. I computer standard dell’epoca non erano progettati per gestire grandi moli di dati in formato grafico. Quando Pixar non era ancora diventata il colosso dell’intrattenimento video digitale, i cervelli della società studiarono insieme a Jobs diversi possibili campi di applicazione per le avanzate tecnologie sviluppate internamente tra cui l’elaborazione delle immagini nel campo medico, dell’industria e anche per la difesa.
Qui in basso una fotografia del Pixar Image Computer, una workstation grafica di quando Pixar progettava e vendeva hardware, uno dei primi tentativi di impiego nel mondo business da parte di Jobs delle avanzate tecnologie grafiche sviluppate all’interno. Costava 135.000 dollari ed era destinata al settore medico e al trattamento delle immagini. Jobs vendette la divisione hardware di Pixar a Viacom per 2 milioni di dollari.