Nonostante la crisi globale, nonostante i sempre aggressivi vicini Corea e Cina, nonostante i grandi nomi dell’elettronica siano insidiati in alcuni dei loro business principali, il Giappone resta sempre il protagonista mondiale nell’innovazione nel campo della tecnologia. Qui nascono ed esplodono fenomeni che se anche non arrivano nella stessa forma in occidente, contribuiscono a dettare le regole dell’evoluzione; qui è nato e prospera quel trend che sta miscelando, per creare un’unica identità , informatica, intrattenimento, mondo digitale mobilità . Per questo non esiste alcun posto al mondo migliore del Ceatec di Chiba per dare uno sguardo dietro le quinte del palcoscenico dove si prepara il nostro futuro ed è qui che anche quest’anno Macitynet si è recata per “portare a casa” qualche indizio su come sarà il mondo di domani anche degli utenti Mac e dei tascabili della Mela.
La fiera (apertasi martedì 6 ottobre) anche quest’anno non ha deluso le attese. Nonostante la riduzione della superficie espositiva e il ridimensionamento di alcuni stand, erano molti gli spunti offerti.
Il primo è che le tecnologie di display attualmente in produzione sono ormai destinate ad un affinamento ma non ad una rivoluzione almeno nel medio periodo. Chi, dunque, preventivava un pensionamento degli LCD e dei Plasma a favore degli OLED potrebbe avere sbagliato e di quanto lo si percepiva girando tra i corridoi della Makuhari Messe; lo scorso anno non c’era un solo produttore che non esponesse almeno un TV OLED descritto come “pronto per la produzione”, quest’anno non ce n’era neppure uno. Solo Sony, che un TV con display organico in realtà ce l’ha in vendita, in un angolo aveva un display con questa tecnologia, ma solo per dimostrare la possibilità di creare schermi flessibili, una particolarità resa possibile dalla mancanza di sistema di retroilluminazione. La ragione del disinteresse per gli OLED è nei costi; visto che il pubblico sta dimostrando di apprezzare gli schermi di grandi dimensioni, è oggi praticamente impossibile concorrere sul mercato con la tecnologia OLED. Un TV da 52 pollici come la stragrande maggioranza di quelli visti al Ceatec con schermo OLED costerebbe come un appartamento. Figurarsi quanto costava quello da 155 pollici mostrato da Mitsubishi sul quale scorrevano immagini dell’NBA, anche se va detto che si trattava solo di una sorta di esperimento, un “collage” di numerosissimi piccoli display da 4 pollici che la società giapponese propone come prodotto per il mercato della pubblicità stradale o dei megaschermi in genere.
Le dimensioni dello schermo, sempre più generose (anche se non da 155 pollici), sono state il secondo prevedibile trend del Ceatec. Meno prevedibile, almeno fino allo scorso anno, è l’attenzione che i vari produttori stanno ponendo al risparmio energetico che diventa una priorità quando si hanno schermi in grado di consumare, se non “frenati” anche 200 o 250W. In tutti gli stand, in un angolo o in piena visibilità c’era un display che mostrava i campi di ricerca attualmente percorsi, dalla registrazione intelligente delle condizioni ambientali e delle scene riprodotte a nuove tecnologie, come gli LCD con laser TV presentati da Hitachi (che usano un raggio laser per illuminare lo schermo) o i più comuni e orma abbastanza diffusi schermi con retroilluminazione a Led.
La onnipresenza di tecnologie 3D, media server, dischi interni, sistemi di connessioni wireless applicati al TV hanno detto invece con chiarezza come il televisore sia ormai in procinto di diventare una cosa diversa rispetto alla semplice “finestra” da cui vediamo scorrere passivamente una realtà o una rappresentazione di essa. Il TV sta diventando un terminale di un sistema complesso che percorre la casa, che permette di interagire con i contenuti, di sceglierli di costruirne di propri e di raccogliere informazioni interfacciando tutti gli apparecchi: cellulare, dispositivi mobili, computer e persino l’auto. Una dimostrazione di quel che questo significa era in atto allo stand Panasonic che fin dallo scorso anno abbiamo visto spingere nella direzione del “Tv ovunque”. La società giapponese dimostrava un sistema complesso, dotato di più TV collocati in vari punti della casa, collegati senza fili con un home media server che controlla il sistema e distribuisce contenuti via wireless, registra e memorizza anche su scheda SD quel che ci interessa. La scheda può poi essere inserita in un cellulare (che può fungere anche da controllo remoto, ad esempio quando siamo in ufficio, per le registrazioni o altri sistemi di monitoraggio della casa) o dentro al sistema di intrattenimento per l’auto o in un computer. Per fare tutto questo ci vuole potenza di calcolo (ed ecco la dimostrazione più lampante con il Regza Cell di Toshiba) e strumenti personali per l’acquisizione dei contenuti come le innumerevoli, ma non troppo presenti al Ceatec, telecamere ad alta definizione,
Il Ceatec ha anche detto che un ruolo importante lo giocherà nel futuro prossimo venturo il 3D. Praticamente tutti i grandi avevano soluzioni per dimostrare filmati tridimensionali. La scommessa su questa tecnologia diventava evidentissima allo stand Sony; messa parte l’enfasi sul “supersottile” e sugli OLED che caratterizzava lo scorso anno lo spazio espositivo del numero uno dell’elettroncia giapponese, ecco apparire ben 8 angoli con la dimostrazione di TV 3D. Ma anche Sharp, Panasonic, Hitachi e una pletora di piccoli protagonisti del settore avevano il loro, piccolom o faraonico, spazio dedicato alle immagini tridimensionali. Solo il tempo ci dirà se e quando anche in salotto avremo immagini che balzano fuori dallo schermo, ma a giudicare dalle file che regnavano sotto ogni scritta 3D il futuro dovrebbe essere luminoso, anche se va detto che la strada da percorrere è ancora lunga. Dagli standard (che non ci sono) alla vera recettività da parte del pubblico casalingo. Fino a quando non sarà dimostrato che un conto è la curiosità (di chi vuole vedere “l’effetto che fa”) e un altro è l’acquisto di un set ad hoc, lettore blu-Ray, TV e occhialini solo per vedere un film in maniera un po’ originale
L’unica tecnologia a tenere testa al 3D in quanto a fattore dominante è il wireless che al Ceatec era cucinato in tutte le salse, da quella a larga banda (con dimostrazioni sorprendenti come il gioco con video ad alta risoluzione su rete LTE o alcuni dispositivi mobili con WiMax integrato) a quella che permette a due dispositivi di scambiarsi file in maniera semplice ed intuitiva. Il concetto è quello che sta alla base del Bluetooth, ma vedere due telefoni che semplicemente appoggiati uno all’altro si passano una foto, oppure un telefono che appoggiato ad una insegna che pubblicizza un film, lo scarica in qualche secondo, ci spinge a dare ragione a chi ritiene gli attuali sistemi di interscambio dati, compresi quelli via cavo non solo quelli wireless, siano ancora troppo complessi.
Accanto a questi trend appena citati il Ceatec è poi stato il solito profluvio di idee, proposte, novità , qualcuna credibile qualcun’altra un po’ meno, tra cui telefoni in legno, robot canterini o ciclisti, applicazioni per il monitoraggio della casa, dispositivi per misurare lo swing nel golf, batterie capaci di alimentare una casa e dispositivi domestici trita e separa plastica. E poi ancora: guanti che riconoscono gli oggetti, RFID che si stampano usando carta e inchiostro, cellulari con schermo ad alta definizione o che cambiano colore a seconda della superficie su cui sono appoggiati. Insomma una inondazione di innovazione condita con un pizzico di follia che ci dice che, comunque, crisi o non crisi, l’ottimismo nel mondo dell’IT non può e non deve mancare. Per capire come si sia espresso in Giappone, che delle follie tecnologiche e dell’ottimismo di chi guarda sempre avanti è la patria indiscussa, vi invitiamo a scorrere le nostre gallerie.
–CEATEC 2009: in giro tra gli stand
–CEATEC 2009: secondo tour tra gli stand. La tecnologia di domani
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