Regole precise e costi stabiliti. Ecco che cosa richiede Apple con una lettera inviata alle autorità europee lo scorso 11 novembre a margine delle complesse vicende sui brevetti per la telefonia cellulare. Il documento firmato da Bruce Watrous, responsabile di Apple per la sezione proprietà intellettuali, è indirizzato all’European Telecommunications Standards Institute (siglato ETSI) tocca, in particolare, quel pacchetto di tecnologie ritenute indispensabili al funzionamento dei cellulari e che oggi sono collocate in un indefinito limbo. Secondo Apple, come riporta il Wall Street Journal, l’assenza di una definizione precisa e limiti ai costi per le licenze da applicare per i brevetti con ormai nota licenza FRAND contribuisce alle infinite controversie legali in corso non solo tra Apple, Samsung, Motorola e HTC ma anche per numerosi altri costruttori.
Le licenze FRAND, sigla di fair, reasonable and non discriminatory prevedono l’obbligo di cedere in licenza a qualsiasi società che lo richiede l’utilizzo di brevetti e tecnologie considerate standard di settore per le telecomunicazioni, tutto questo applicando, appunto, tariffe eque, ragionevoli e non discriminatorie. Nella lettera che Apple ha inviato all’ETSI il legale specializzato in proprietà intellettuali della Mela dichiara che non solo risulta difficile stabilire l’ammontare equo per le licenze FRAND ma che diverse società che possiedono brevetti fondamentali utilizzano il ricorso in tribunale e azioni legali per forzare l’accettazione di compenensi ritenuti non FRAND, fino ad arrivare al blocco delle importazioni e delle vendite.
L’argomento trattato nella lettera della Mela è di importanza fondamentale e pone al centro della questione una vaghezza della legislazione e delle regole in Europa che rende possibile lo scontro e il ricorso ai tribunali. Da quanto è emerso nei precedenti casi legali Motorola ha richiesto ad Apple il pagamento del 2,25% delle vendite complessive di iPhone come condizione FRAND per l’impiego dei propri brevetti, mentre Samsung avrebbe richiesto a Cupertino il 2,4%: in entrambi i casi Apple si è difesa nei tribunali europei sostenendo che si tratta di tariffe superiori alle indicazioni precisate dai termini FRAND. La questione risulta ancora più rovente considerando che il settore degli smartphone e quello mobile in generale è il mercato che sta sperimentanto più crescita, innovazione e concorrenza ormai da diversi anni.
Ricordiamo che a fine gennaio l’antitrust europeo ha avviato una indagine sul presunto abuso di posizione dominante da parte di Samsung, ancora una volta per quanto riguarda tecnologie e brevetti standard di settore che il colosso coreano avrebbe dovuto cedere in licenza con termini FRAND, impiegati sempre più spesso invece per contrattaccare Apple nelle aule dei tribunali. La lettera di Apple, come accennato, è dell’11 novembre, quindi non può fare riferimento a quanto avvenuto pochi giorni fa in Germania dove Motorola ha vinto in tribunale contro Apple in una causa riguardante tecnologie standard di settore, ottenendo come procedura forzata immediata il blocco delle vendite di iPhone, iPad e iPod. Il blocco è stato rimosso poche ore dopo, permettendo ad Apple di riprendere le vendite online dei dispositivi in questione.