L’Europa va, finalmente, verso un sistema centralizzato, più moderno ed efficiente per la licenza dei diritti musicali. La conferma di un accordo su una nuova modalità per la concessione dell’autorizzazione di nuovo stampo che prevede la possibilità di acquisire diritti multi territoriali così da poter vendere on line canzoni senza essere costretti ad stilare contratti multipli in ciascun paese, arriva da un comunicato stilato dal commissario alla concorrenza Neelie Kroes.
In particolare si legge nel documento i partecipanti alla tavola rotonda (tra cui Apple, Amazon, BEUC, EMI, Nokia, PRS for Music, SACEM, STIM e Universal) hanno convenuto su un sistema di licenza in base al quale è possibile raccogliere i repertori di varie società di tutela di diritti con «criteri non discriminatori e di trasparenza per permettere ad altre entità di consegnare licenze di vendita multiterritoriali». In termini pratici questo significa che una società come Apple, ad esempio, potrà ottenere il diritto ad esercitare il commercio di canzoni on line semplicemente stilando un accordo con una singola società dei diritti senza essere costretta a ricorrere a licenze multiple. Per i clienti a quel punto diventerebbe possibile comprare musica da qualunque negozio on line, basato in qualunque paese europeo, andando semplicemente alla ricerca dell’offerta migliore.
Anche se resta da capire come e quando il tutto sarà messo in pratica, la svolta è di grande portata ed è frutto di forti pressioni da parte dell’Ue che da tempo chiedeva che anche il mercato della musica si adeguasse alle norme che regolano il libero mercato. In conseguenza a patti incrociati tra le varie società dei diritti musicali, infatti, oggi è impossibile comprare canzoni on line da un negoziante che sta al di fuori dei confini nazionali, una palese contraddizione con la possibilità sancita dagli accordi Ue di acquistare beni e servizi dove meglio i cittadini ritengono, questo per incentivare la concorrenza e stimolare il mercato. Con le attuali condizioni si è di fronte alla possibilità (effettivamente esercitata in alcuni casi) di mantenere un controllo sui prezzi imponendoli ai consumatori che non hanno alcuna possibilità di andare fuori dal paese di residenza per cercarne di migliori. La situazione è ritenuta molto sconveniente da parte dell’Ue perchè viene impedito lo sviluppo effettivo di questo mercato che è largamente deficitario rispetto a quello statunitense
Tra le più preoccupate c’erano alcune associazioni di consumatori, come quelle britanniche, che si erano rivolte all’Ue per segnalare il caso. Apple era stata coinvolta direttamente perché il suo store nel Regno Unito praticava prezzi più alti di quelli degli altri negozi dell’Unione. Cupertino aveva replicato sottolineando come i vertici dell’azienda erano disponibili a modificare le politiche di prezzo, ma che questo era reso impossibile dagli accordi stipulati con le società di tutela dei diritti.
Apple, a fronte delle novità di ieri, ha ribadito quanto sostenuto in altre sedi, ovvero la sua disponibilità ad aprire iTunes in tutti i paesi europei (inclusi quindi quelli oggi esclusi, in particolare numerosi paesi dell’Est). ‘Siamo incoraggiati – dice Apple – dai progressi verso un sistema più efficiente per la licenza della musica on line e siamo ottimistici sulla possibilità di rendere iTunes disponibile a più nazioni europee entro il prossimo anno’
Emi ha già fatto sapere di voler stipulare un accordo di licenza pan europeo con la spagnola SGAE e la francese SACEM; proprio l’omologa transalpina di Siae ha annunciato la volontà di lavorare fin da ora per la creazione di un portale non esclusivo per offrire il più vasto repertorio possibile ai servizi on line su base pan europea.