Ancora uno scivolone per Samsung nella battaglia sui brevetti scagliata contro Apple. Dopo il “no” francese al blocco della vendita di iPhone, e i rinvii che sta subendo il procedimento in Italia, la società Coreana getta la spugna in Germania dove, come riferisce il blogger esperto in proprietà intellettuali, Florian Mueller, i legali che difendono gli interessi Samsung hanno deciso di rinunciare a perseguire la richiesta di bando dal mercato di iPhone 4S.
Secondo quanto si legge in un Tweet, gli avvocati di Samsung si sarebbero resi conto, in particolare, che i brevetti per l’uso di rete 3G che venivano indicati come impropriamente inutilizzati, siano di fatto parte di un pacchetto che Apple ha acquistato in licenza da Qualcomm nel momento in cui ha forgiato il patto commerciale per l’uso dei suoi chip. Apple, insomma non viola alcun brevetto Samsung, ma usa quelli che la stessa Samsung aveva concesso in licenza a Qualcomm.
Secondo lo stesso Mueller la mossa può essere tattica e frutto della decisione di un tribunale francese che aveva rifiutato il blocco alla vendita di iPhone 4S proprio per il fatto che Samsung non aveva preso in considerazione la presenza nei telefoni Apple di chip Qualcomm che usano brevetti Samsung. Per evitare di trovarsi nella stessa condizione che si è verificata nel paese transalpino Samsung avrebbe preferito rinunciare alla causa sulle basi dei brevetti 3G e concentrarsi su altri aspetti. Una conferma deriverebbe dal fatto che sul tavolo del giudice tedesco sono arrivate altre quattro nuove contestazioni di brevetti violati da Apple presentate sempre dai coreani.
Ricordiamo che in Germania è ancora pendente una sentenza disposta da un altro magistrato che ha dato ragione a Motorola Mobility secondo la quale Apple avrebbe violato alcuni suoi brevetti. In base ala sentenza, Apple potrebbe non essere più in condizione di importare nella Repubblica Federale i suoi dispositivi fino a quando non li modificherà o non ariverà ad un accordo con Motorola. Ma al momento non è chiaro se la società di Schaumburg, ora di proprietà di Google, deciderà di far rispettare il divieto o se invece assumerà una posizione più morbida, in vista del sicuro ricorso in appello della controparte. Se Cupertino, infatti, dovesse vedere riconosciute le sue ragioni nel secondo grado di giudizio, un eventuale blocco effettivamente disposto ai suoi prodotti potrebbe tradursi per Motorola in un risarcimento miliardario da versare nelle casse della Mela.