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Buon compleanno QuickTime!

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Il sito The Register nota il compleanno di QuickTime, il “motore” multimediale alla base del sistema di visualizzazione di audio e video sfruttato non solo dal Mac ma anche da numerosi software per PC con Windows. QuickTime nacque venti anni addietro, come estensione per il System 6 e fu mostrato per la prima volta, una versione preliminare a maggio del 1991 nel corso dell’annuale Worldwide Developers Conference.

Bruce Leak, a capo del progetto, mostrò sullo schermo del Mac il filmato del famoso spot “1984”, un fatto sorprendente per la tecnologia dell’epoca. Prima dell’arrivo di QuickTime, infatti, solo computer con hardware grafico dedicato erano in grado di riprodurre filmati a colori e nel 1991 erano poche le persone che avevo accesso a questo tipo di computer. QuickTime consentì sui Mac dell’epoca l’accesso alla riproduzione video usando software. La versione 1.0 definitiva arriva il 2 dicembre del 1991, distribuita per la prima volta su CD-ROM insieme a From Alice to Ocean, pietra miliare nel lungo cammino della multimedialità. Il lancio formale avvenne a gennaio del 1992, nel corso del MacWorld Expo con un annuncio dell’allora CEO di Apple, John Sculley.

La versione 1.5 arrivò verso la fine del 1992: fu aggiunto il supporto al codec Cinepak con il quale era possibile riprodurre filmati alla risoluzione di 320×240 e 30 frame al secondo sfruttando una CPU Motorola 68040. Già allora era possibile aggiungere tracce con testi (a supporto della titolazione, visualizzazione testi di brani e altri usi). Guardando a quanto è possibile fare ora, si sorride pensando alla risoluzione stile “francobollo” e alla qualità audio e video ma la tecnologia dell’epoca era senz’altro la più innovativa del momento.

Con una mossa azzeccata, Apple portò nello stesso periodo QuickTime su Windows: la versione 1.0 del software per il sistema operativo di Redmond, includeva solo una parte di tutte le funzionalità QuickTime (le funzioni erano ridotte per lo più ai comandi di riproduzione). Apple sperava che la compatibilità cross-platform permettesse la rapida adozione del formato e portasse nuovi sviluppatori su Mac. L’anno successivo Intel, in risposta alla mossa di Apple, chiese alla Canyon Company di San Francisco di creare Video for Windows, scatenando una controversia legale che si risolse solo alcuni anni dopo, con il ritorno di Steve Jobs in Apple nel 1997.

A febbraio del 1994 risale l’arrivo di QuickTime 2.0, versione venduta a pagamento: questa release supportava la riproduzione di tracce MIDI e includeva un engine per la riproduzione di audio sintetizzato. A novembre dello stesso anno arrivò la versione per Windows con la quale era possibile gestire su questo sistema un subset del Macintosh Toolbox permettendo la gestione dell’infrastruttura QuickTime Media Layer, quella che in futuro sarebbe diventata la foundation per le API Carbon e che avrebbe consentito alle applicazioni Classic per Mac di essere avviate sul kernel Darwin di OS X. Con le versioni 2.1 e 2.5 migliorano il supporto per la musica, fu integrato il supporto per gli sprite nelle tracce consentendo la creazione di animazioni complesse e fu integrato il supporto per la tecnologia QuickTime VR, permettendo la gestione di panorami creati fotograficamente, l’esplorazione e visualizzazione di oggetti sfruttando immagini riprese da più angoli di visuale.  La funzione era disponibile anche come plug-in per i browser, un anno prima dell’arrivo del Flash Player dell’allora Macromedia.

QuickTime 3 arrivò il 30 marzo del 1998, rilasciato con un nuovo modello distributivo: Apple metteva a disposizione gli strumenti per la riproduzione gratuitamente e alcuni componenti “Pro” da sbloccare a pagamento, acquistando un codice. Il sistema ha consentito a sviluppatori di terze parti di proporre e vendere codec alternativi integrabili con QuickTime. Tra le novità della versione 3, il supporto per le immagini GIF, JPEG, TIFF e altre ancora, la possibilità di esportare video su dispositivi FireWire, il supporto di serie per il codec video Sorenson con avanzate tecnologie di compressione, il supporto per il codec QDesign Music e l’inclusione del completo set di strumenti Roland Sound Canvas e per l’estensione del formato GS permettendo l’avanzata riproduzione di file MIDI. La versione 3 permetteva tra l’altro anche di attivare effetti sulle tracce in tempo reale.

QuickTime 4 fu disponibile l’8 giugno 1998 per Mac OS dalla versione 7.5.5 all’8.6 e per Windows. Tra le funzioni di serie, molte ormai considerate standard: la possibilità di esportare le immagini in vari formati e la riproduzione di file MP3. QuickTime 4 è stata anche la prima versione a supportare lo streaming e la prima a includere QuickTime Streaming Server. Di rilievo in questa versione l’utilizzo dell’interfaccia dallo stile metallo spazzolato. Le ultime versioni di QuickTime 4.x supportavano AppleScript e rendevano obbligatorio l’utilizzo di Mac con CPU PowerPC (da QuickTime 4.1 in poi fu eliminato il supporto ai vecchi processori Motorola 68K). Tra i software che videro la luce grazie a QuickTime 4: iTunes e Final Cut. Tra le applicazioni di serie che sfruttano QuickTime, PictureViewer un visualizzatore in grado di aprire immagini in vari formati.

QuickTime 5 fu la versione con vita più breve: fu rilasciato ad aprile del 2001, seguito dopo un anno dalla versione 6. Questa release è stata l’ultima ad aver più funzioni sotto Mac OS 9.x che sotto OS X e l’ultima a supportare Mac OS dal 7.5.5 all’8.5.1 sui PowerPC e i PC con Windows 95. Tra i cambiamenti “sotto il cofano”, migliorie all’engine QuickTime VR, il rendering realtime di effetti e transizioni nei file DV, il supporto multiprocessing e all’AltiVec (istruzioni vettoriali) dei PowerPC G4. Anche se oggi sembra strano, la versione 5 di QuickTime fu la prima a includere il supporto per la riproduzione di filmati Flash e funzionalità di esportazione QuickTime. Questa versione arrivò in concomitanza all’iPod.

QuickTime 6 arriva il 15 luglio del 2002. Tra i nuovi formati supportati: MPEG-4, AAC, Flash 5, JPEG 2000, 3GPP, l’Apple Pixlet codec in Mac OS X 10.3 e superiori, il codec Apple Audio Losslec e la riproduzione MPEG-2 (acquistando un plug-in separato). Di rilievo il supporto per MPEG-4, l’instant-on streaming e la riproduzione di file AAC protetti, alla base dell’iTunes Store. QuickTime è un formato file “contenitore”, in grado di racchiudere video, audio, immagini virtuali e altri elementi multimediali come per esempio un filmato Flash. È poco noto ma le specifiche MPEG-4 furono create sulla base delle specifiche QuickTime pubblicate nel 2001. QuickTime 6 è stata l’ultima versione a supportare Mac OS Classic e Windows 98 / ME.

QuickTime 7 fu per la prima volta rilasciato il 29 aprile 2005 in concomitanza con il rilascio di Mac OS X 10.4. Tra le novità un miglior supporto alle specifiche MPEG-4, a Core Audio (API per gestire il sottosistema audio di OS X) e le animazioni Quartz Composer. La versione 7.04 rilasciata il 10 gennaio 2006 è stata la prima Universal Binary (in grado di supportare sia i processori PowerPC, sia i processori Intel). La versione 7.2 portò la visualizzazione full screen (senza bisogno di meccanismi di sblocco: era in precedenza una caratteristica riservata alla versione “Pro”) ed eliminò il supporto per la visualizzazione dei file Flash (tra le motivazioni: l’insicurezza di Flash). Tra le novità più importanti di QuickTime 7 la riproduzione e l’encoding H.264/MPEG-4 AVC, tra i formati più utilizzati per il recording, la compressione e la distribuzione di video ad alta definizione, usato in numerosi dispositivi e per lo streaming/riproduzione di filmati da siti quali Vimeo, YouTube e l’iTunes Store.

Quicktime X fu mostrato alla WWDC dell’8 giugno 2009 e fu distribuito con Mac OS X 10.6. Tra le novità il supporto per i capitoli, funzioni di conversione, condivisione su YouTube, video editing, cattura di streaming audio e video, supporto per l’accelerazione via GPU e live streaming. Uno screen recorder consente per la prima volta di registrare lo schermo. Tra i motivi che spinsero Apple a non indicare più il numero nella release, la voglia di evidenziare il salto generazionale, un po’ come accadde da Mac OS 9.x a Mac OS X. QuickTime X è infatti diverso dai suoi predecessori: è un framework Cocoa (Objective-C) e le API precedenti sono infatti incompatibili. Il sistema fu riscritto per avvantaggiarsi dei 64 bit ed è ora una combinazione di due tecnologie: QuickTime Kit Framework (QTKit) e QuickTime X Player, il primo è usato dal player per visualizzare i media. Si trattò di una versione controversia poiché non erano più supportate varie funzionalità in precedenza disponibili. QuickTime 7 è ancora necessario per riprodurre vecchi formati in Snow Leopard (es. QTVR), filmati interattivi e MIDI file. Una versione compatibile con Snow Leopard di QuickTime 7 era fornita sul DVD di Mac OS X 10.6.x e poteva essere installata a parte e utilizzata insieme a QuickTime X.

QuickTime 10.1 è la versione inclusa con OS X Lion, rilasciata il 20 luglio del 2011. Tra le novità di questa versione la possibilità di fondere clip in un solo movie, la scaling e il cropping automatico, la possibilità di esportare l’audio come file AAC e la possibilità di ruotare un filmato. La funzione di registrazione schermo memorizza anche i movimenti e i click del cursore del mouse, si può specificare la porzione di schermo da registrare e le opzioni di condivisione consentono di esportare il filmato su Vimeo, Flickr, Facebook, iMovie e Mail.

QuickTime ha compiuto dunque molti passi in avanti da quando consentiva di visualizzare solo e soltanto piccoli filmati formati francobollo sullo schermo. È stato il jolly indiscreto di numerosi titoli di successo su CD-ROM prima e DVD dopo, oltre ad essere stato il motore alla base del successo di iPod e iTunes. Il cuore pulsante di QuickTime è talmente importante da continua a “battere” anche nei dispositivi moderni quali iPhone e iPad. QuickTime è qui con noi ed è uno dei pezzi indiscreti che rimarranno per sempre inscindibilmente legati al passato, presente e futuro di Apple.

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