Le scorte invendute di tablet BlackBerry PlayBook costano a RIM 485milioni di dollari: la stima è stata comunicata direttamente dalla multinazionale canadese e riportata da Electronista. La riduzione dei ricavi è pari a 485milioni di dollari prima delle tasse e pari a 360milioni di dollari dopo l’applicazione delle tasse. Il PlayBook è stato presentato come l’anti iPad destinato all’impiego professionale ed è stato lanciato al prezzo di 499 dollari, ma l’assenza di alcune funzioni basilari, come per esempio il client nativo email e il posticipo del lancio hanno portato il PlayBook a competere non più con iPad prima generazione ma con iPad 2 più potente, leggero e dotato di uno schermo più ampio.
Nel primo trimestre di disponibilità sono stati venduti 500mila PlayBook ma le unità acquistate sono andate via via calando nei trimestri successivi: 250mila nel secondo e 150mila nel terzo trimestre. Pur senza dichiarare il totale delle unità vendute i dirigenti di RIM hanno dichiarato che le vendite del PlayBook sono tornate di nuovo a salire dopo l’applicazione di una consistente riduzione di prezzo di 300 dollari: ora il PlayBook è proposto a soli 199 dollari. Nonostante l’andamento non brillante del PlayBook Mike Lazardis, Ceo di RIM assicura che la piattaforma continuerà ad essere supportate e che la multinazionale rimarrà impegnata nel mondo dei tablet: “RIM è impegnata sul BlackBerry PlayBook e ritiene che il mercato dei tablet è ancora nella sua infanzia”.
Per quanto riguarda gli smartphone RIM dichiara che le consegne sono il linea con la previsione di 14,1milioni di unità mentre i ricavi attesi sono stati ridotti da 5,6miliardi di dollari a 5,3miliardi di dollari. Anche i profitti per azione sono stati ridotti con una previsione compresa tra 1,20dollari e 1,40dollari in seguito al nuovo costo generato dalle scorte del PlayBook unito ai 50milioni di costo dovuto ai 4 giorni di disservizio dei server di posta BlackBerry verificatesi negli scorsi mesi.