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Recensione iSmartAlarm, l’allarme smart economico e semplice da installare

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Dopo che i dispositivi mobili hanno invaso la quotidianità di ciascuno, è il momento degli accessori e delle periferiche fisse, in grado di trasformare la propria abitazione in una casa smart. E’ il momento della domotica, anche tramite accessori semplici da installare, che non richiedono intervento di un tecnico, proprio come iSmartAlarm: l’allarme economico, che si controlla da smartphone.

Cosa c’è nella confezione 

Tra i lati positivi di iSmartAlarm il fatto che si tratta di un sistema di allarme modulare e componibile. E’ possibile iniziare con il bundle base, che su Amazon costa appena 129 euro, per avere tra le mani un kit completo e funzionale, da espandere via via, a seconda delle proprie esigenze. Il Kit base consta della centralina, di un telecomando per l’attivazione/disattivazione dell’impianto, di un sensore per porte o finestre, e di un sensore ambientale per coprire una stanza della propria abitazione. Ciascuno di questi pezzi è acquistabile anche singolarmente, per espandere il proprio sistema d’allarme, così come acquistabili in separata sede sono le telecamere per il controllo video della propria casa.

Installazione

Ulteriore lato positivo del sistema è la semplicità di installazione, oltre che d’uso nel quotidiano. Non servono tecnici, e l’unico attrezzo di cui dovrete “armarvi” è un piccolo cacciavite a stella, che servirà a smontare il coperchio del sensore ambientale per l’installazione di una pila a bottone. Ad esclusione della centralina, tutti le componenti del kit iSmartAlarm necessitano di una batteria: per il sensore ambientale 3 di tipo AA, per i contatti porte e finestre, oltre che per il telecomando, 1 a bottone di tipo CR2032.

Dopo aver inserito le batterie, sarà sufficiente collegare alimentazione e cavo ethernet al Cube One, ossia la centralina primaria, la “mente”, che controlla l’intero Kit. A questo punto, scaricando l’applicazione ufficiale iOS o Android, sarà possibile configurare l’intero sistema. Per lo più, dopo aver creato un account, sarà necessario sincronizzare il Cube One con la propria rete WiFi, immettendo la chiave d’accesso, ed effettuando la ricerca degli altri componenti. L’app troverà immediatamente i sensori che si trovano nel raggio di pochi metri, così da poterli inserire all’interno del proprio sistema d’allarme.

Funzionamento

Il setup sopra descritto, che consta davvero di pochi passaggi, permette già l’utilizzo del dispositivo, che può essere gestito interamente da app. La prima schermata riproduce, in realtà, tutte le funzioni del telecomando fisico e permette, nell’ordine, di attivare il sistema, disattivarlo, attivare la modalità casa o quella panico. Quest’ultimo pulsante, se premuto, farà scattare immediatamente l’allarme. Se risulta intuitivo il significato della funzione Attiva, e di quella Disattiva, qualche parola in più merita l’opzione Casa. Questa funzione, così come le altre, risulta assolutamente personalizzabile, consentendo, ad esempio di attivare, o escludere, soltanto alcuni sensori. Si puòpensare. ad esempio. di utilizzarla durante la notte, quando si vuole mantenere attivo l’allarme.

In questo modo, ad esempio, si potranno attivare soltanto i sensori di porte e finestre, lasciando disattivi i sensori ambientali della camere da letto, o di altre stanze in cui, anche di notte, c’è comunque movimento. E’ possibile personalizzare nello stesso modo anche l’opzione Attiva Allarme, anche se quasi certamente, sarà opportuno lasciare tutti i sensori attivi, quando effettivamente si lascia l’appartamento incustodito.

Dall’applicazione è possibile anche impostare un Timer entro il quale il sistema viene armato: in questo modo, si avranno 30 secondi, 1, 3 o 5 minuti, prima di poter lasciare la propria abitazione. Allo stesso modo, sarà possibile impostare anche un timer per il cicalino che precede la sirena dell’allarme: in questo caso, dopo aver innescato l’allarme, si avranno dai 10 secondi ai 3 minuti, per disattivare l’antifurto, prima che suoni a tutto volume.

A proposito di suoni, il Kit base non contiene una sirena da esterni, ma la stessa centralina, il Cube One incluso, ingloba una piccola sirena, in grado di emettere un suono di 110 decibel. Del resto, iSmartAlarm non è un sistema basato esclusivamente sugli allarmi “acustici”, ma mira ad informare l’utente attraverso notifiche push a smartphone in possesso dei membri della famiglia. In ogni caso, oltre alle notifiche, la piccola sirena inclusa nel Cube One metterà comunque in agitazione eventuali malintenzionati, e con l’acquisto della sirena da esterni sarà comunque possibile espandere la funzionalità del sistema d’allarme.

Notifiche

Come già anticipato, iSmartAlarm è un sistema d’allarme che mira, in primis, ad informare i membri della famiglia sull’attivazione dei vari sensori. Quando attivo, l’allarme provvederà ad inviare notifiche e mail agli smartphone collegati, informando esattamente sul sensore che ha fatto scattare l’allarme. Ovviamente, perché l’intero sistema funzioni è necessario che Cube One sia in linea, quindi correttamente collegato alla rete WiFi di casa, e che il proprio smartphone disponga di una connessione a internet, anche in 3G. Se una delle due componenti salta, ovviamente, il funzionamento non è assicurato. Naturalmente, non è necessario che lo smartphone sia collegato alla rete di casa per il controllo dell’allarme, che potrà essere gestito anche se il dispositivo è collegato ad altra rete WiFi, o tramite connessione dati del proprio piano tariffario.

Si potrebbe obiettare, dunque, che basti semplicemente staccare la luce, spegnere il WiFi, per disattivare l’intero sistema di allarma. E’ vero, ma solo in parte. Ed infatti, ogni qual volta il sistema va offline, per i motivi appena descritti, Cube One invia comunque una notifica ai vari smartphone collegati, per informare che il sistema risulta appunto offline. Così facendo, iSmartAlarm raggiunge, comunque, il suo scopo, che è quello di informare gli utenti su eventuali “problemi” in casa. Ricapitolando, se si attiva un sensore sarà inviata una notifica all’utente, se il sistema, per qualunque ragione, va offline, viene comunque inviata la notifica alla mail. Nell’un caso, e nell’altro, dunque, si avrà un campanello d’allarme.

Come funziona?

Come spesso capita, su iOS il sistema funziona meglio. Abbiamo collegato più smartphone al sistema, alcuni Android, altre iOS. Su iPhone le notifiche risultano sempre più precise e veloci, mentre su Android la notifica di attivazione allarme subisce qualche ritardo; in sporadici, casi, addirittura, non abbiamo ricevuto alcuna notifica sui dispositivi con sistema operativo di Google. Questo perché, molto spesso, le varie ottimizzazioni batteria dei dispositivi Android, tendono a castrare i processi in background: infatti, aprendo l’app iSmartAlarm, riusciamo anche su Android a ricevere le notifiche in tempo reale.

A dire il vero si tratta di un problema di non poco conto, visto che in questi casi, ottenere informazioni rapide risulta quasi sempre fondamentale. Sarà bene, allora, impostare il proprio terminale Android affinché tenga sempre attiva l’app iSmartAlarm, anche in background, e anche dopo il blocco schermo. Inoltre, mentre su iOS il sistema ha sempre funzionato correttamente, su Android dopo gli ultimi aggiornamenti, riscontriamo lentezza nella gestione dell’antifurto tramite smartphone: nell’attivare l’allarme, o nel disattivarlo, c’è sempre un piccolo lag di qualche secondo. E’ evidente, che su Android, l’esperienza d’uso può variare da smartphone a smartphone.

Nessun problema nell’attivazione del sistema tramite telecomando remoto, che offre quattro tasti per gestire la funzione Attiva, Disattiva, Modalità Casa, Modalità Panico, sempre tutti reattivi.

PRO e Contro

Un sistema siffatto ha sicuramente vantaggi e svantaggi. Tra i lati positivi, come già anticipato, la facilità di installazione e la semplicità d’uso: dopo esser stato configurato, è sufficiente premere un tasto per attivarlo e disattivarlo. Altro “Pro” è sicuramente il prezzo, davvero lontano da costosi antifurto tradizionali. Ancora, tra i fattori positivi la modularità: è possibile iniziare con una spesa inferiore ai 130 euro, per poi espandere il sistema d’allarme con altri moduli, come ad esempio le video camere.

Tra i contro non può certamente tacersi la necessità di collegamento WiFi: sarebbe bastata una batteria tampone, e una scheda GSM, per rendere il sistema leggermente più sicuro, potendo così avvertire l’utente tramite SMS standard. Inoltre,  il fatto di dover periodicamente sostituire le batterie a tutti i moduli, rende necessaria una certa manutenzione ordinaria, che può risultare scomoda e fastidiosa, soprattutto se i  moduli ambientali vengono posizionati sulle pareti in alto, come è giusto che sia. Di tanto in tanto, scala alla mano, si dovrà smontare il vano batteria per la sostituzione. C’è da dire, però, che dopo mesi e mesi di utilizzo, l’app ci segnala ancora batteria totalmente carica per tutti i moduli in uso.

Conclusioni

iSmartAlamr non è un sistema infallibile, ma del resto nessun allarme, nemmeno quelli più sofisticati e costosi, risultano a prova di Arsenio Lupin. Ed allora, per una spesa che parte da poco meno di 130 euro, è una soluzione funzionante e funzionale, che permette di gestire la sicurezza della propria casa da remoto, grazie ad uno smartphone. Meglio ancora, nel caso in cui si decida di affiancargli una telecamera.

Su Amazon lo starter Kit costa appena 129 euro. Si acquista direttamente da qui. Sempre sul noto sito di e-commerce è possibile acquistare tutti i moduli separatamente, anche le telecamere.

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