Dismesso, interrotto il formato musicale che da più di 25 anni ha calcato un’intera epoca. Si parla dell’MP3, reso noto anche dall’iPod di Apple, che ha però contribuito alla sua morte. E’ Fraunhofer Institute, la principale organizzazione responsabile per la concessione di licenze ai codificatori e decodificatori, che ha annunciato lo stop già dalla fine del mese scorso.
Apple ha contribuito, naturalmente, alla popolarità del formato, ma al tempo stesso ne ha segnato inesorabilmente la morte. Dal lancio di iPod, nel 2001, non passò infatti molto tempo prima che Apple decise di abbandonare il formato MP3 per l’AAC, ritenuto già superiore nel corso del 2003. Ed è proprio il formato ACC che di fatto ha decretato la fine dell’MP3, considerato superato anche dal Fraunhofer IIS.
Lo stesso istituto, infatti, riconosce che la maggior parte dei servizi di media, come lo streaming o le trasmissioni TV e radio, utilizzano ormai moderni codec MPEG-ISO, come quelli della famiglia AAC o, in futuro, l’MPEG-H. Si tratta di codec in grado di fornire più funzionalità, oltre ad una qualità audio superiore a bitrate molto più bassi rispetto a quanto offerto dall’ MP3.
Sono molte le vicende legali legate all’utilizzo di file AAC da parte di Apple, che fino al 2007 faceva utilizzo di DRM, che di fatto limitava l’esperienza dell’utente che acquistava legalmente la canzone. Dal 2007 in avanti, Anche Apple ha smesso di utilizzare i DRM, in favore di codici univoci per ogni canzone, che permettono di tracciare una determinata canzone, nel caso in cui venga immessa sui canali di peer to peer.
Ad ogni modo, anche se non ci saranno più lettori MP3 concessi su licenza, è probabile che passerà ancora qualche anno prima che il formato MP3 si spenga totalmente.