Microsoft vuole fare di tutto per “rimpolpare” il Windows Store. Non solo ha annunciato che sul suo store di applicazioni online arriverà iTunes, ma persino tre distribuzioni Linux: Ubuntu, Fedora e OpenSUSE.
La notizia è arrivata nel corso della conferenza Build 2017 dedicata agli sviluppatori e fa seguito ai già annunciati Office 365 Full e Spotify. La scelta di consentire di scaricare le distribuzioni Linux appare sorprendente ma non troppo: il target sono scuole e istituti vari che useranno computer con Windows 10 S, sui quali è possibile utilizzare solo le applicazioni fornite tramite Windows Store.
La Casa di Redmond da tempo ha dichiarato il suo “amore” verso Linux. A luglio dello scorso anno Microsoft e Canonical hanno presentato un’implementazione della shell Bash ricavata dal sistema operativo Ubuntu Linux, una funzionalità espressamente indirizzata agli sviluppatori. La possibilità di installare le distribuzioni direttamente dal Windows Store (sarà ad ogni modo necessario attivare la modalità sviluppatore) rendono in molti casi superfluo l’uso di una macchina virtuale per fare girare i sistemi operativi.
Microsoft ha da tempo smesso di avere paura o vedere Linux (e altri sistemi concorrenti) come nemico. Sedici anni fa l’ex CEO Steve Ballmer aveva definito il sistema del pinguino “un cancro che si attacca, nel senso della proprietà intellettuale, a tutto ciò che tocca” ma l’azienda ha in seguito ammorbidito la sua posizione e usato toni più cauti, parlando della potenziale minaccia come “qualcosa di sorpassato”. A ottobre del 2015 il CEO Satya Nadella aveva affermato che “Microsoft ama Linux” parlando delle novità di Azure e servizi di archiviazione premium ad hoc: una serie di macchine virtuali che offrono il doppio della memoria rispetto ad Amazon Web Services. certificazioni per Cloudera e CoreOS, due distribuzioni del sistema operativo votato all’open source. Sembra che un quinto delle macchine virtuali presenti su Azure esegue in effetti Linux (CentOS, Oracle Linux, Suse e Ubuntu), seguendo perfettamente la politica “mobile and cloud first” promossa da Nadella, per lo più agnostica per quanto riguarda piattaforme e sistemi operativi.