Silenziosamente, senza clamore, come nello spirito del personaggio, Cook ha cominciato a cambiare Apple. Nessuna rivoluzione, ovviamente, ma alcune mosse che dicono quanto diverso sia l’attuale amministratore delegato di Cupertino da Jobs, pur essendo stato una delle figure più vicine al defunto fondatore della Mela. A raccontare le più significative scelte, alcune pratiche e alcune di carattere “filosofico”, assunte da Cook nel corso degli ultimi due mesi sono raccontate in un articolo del Wall Street Journal.
Cook, dice il giornale finanziario, si sta in particolare occupando di aspetti che non sono mai stati una priorità per Jobs: promozioni e struttura di comunicazione interna; la prova è nella immediata promozione al ruolo di vicepresident di Eddie Cue, una figura di primo piano da anni ma che era rimasto gerarchicamente in seconda fila nonostante gli importantissimi incarichi che ha avuto in iTunes e ora nell’ambito del progetto iCloud. Cook ha anche riassegnato alcuni incarichi, incrementando le responsabilità di Phil Schiller (marketing) e John Brandon (canali di vendita)
Il nuovo amministratore delegato ha anche avvicinato i dipendenti parlando loro con diverse email interne, dimostrando una propensione all’interazione a più livelli. Questo compito lo aveva svolto anche in passato facendo da anello di congiunzione tra i gruppi di dirigenti e Steve Jobs che, dice il WSJ, ha sempre avuto scarsa pazienza per l’organizzazione del management.
Cook sta procedendo alla riorganizzazione di alcuni settori come la divisione educational, divisa in settore marketing e vendite e riconducendo questi due elementi di gestione nel sistema globale. John Couch, capo della divsione educational, che riportava a Cook ora riporta a Schiller.
Cook ha anche aperto un programma di solidarietà (donazioni fino a 10mila dollari a pareggiare le donazioni di suoi dipendenti), una cosa a cui Jobs si è sempre opposto, e si è dichiarato “non religiosamente attaccato al concetto di mantenere o non mantenere” l’enorme montagna di denaro liquido (circa 90 miliardi di dollari) su cui siede il consiglio di amministrazione Apple e che Jobs si è sempre rifiutato di usare per buy back delle azioni o come dividendi.
Nessuno dovrebbe attendersi rivoluzioni, ovviamente, perchè Cook è perfettamente in linea con Jobs per diversi aspetti che hanno definito l’identità di Apple: in particolare un sorta di idolatria dello sviluppo dei prodotti e del design e cultura dell’assoluta segretezza. Probabilmente all’esterno, dunque, il profilo di Cupertino non cambierà ma sottopelle, pare dirci il WSJ, diverse cose stanno già cambiando e altre cambieranno.