Nel giro di un paio di giorni i prezzi di alcuni dischi fissi negli Stati Uniti sono aumentati considerevolmente, in alcuni casi il prezzo di una unità da 2TB tradizionale è addirittura raddoppiato. L’incremento dei prezzi dei dischi fissi non è stato rilevato da una ricerca di mercato estesa ma da una rapida consultazione realizzata dal sito InfoWorld interrogando i sistemi di alcuni dei più importanti rivenditori online statunitensi e anche il prezzo disponibili presso alcuni negozi fisici. Da qui è emerso che una unità Seagate Barracuda prima proposta a 92 dollari, dopo il weekend era disponibile solo per 165 dollari online oppure a 140 dollari nei negozi. Un altro esempio è rappresentato dal Western Digital Caviar che dai precedenti 110 dollari è aumentato a ben 210 dollari, praticamente un balzo di oltre il 90%.
L’incremento rilevato nei prezzi è compreso tra il 40% fino al 90%: le percentuali sono considerevoli e superiori alle peggior previsioni degli scorsi giorni: ricordiamo che il possibile aumento era stato previsto subito dopo le notizie della devastante alluvione che ha colpito la Thailandia, in particolare la zona di Bang-Pa in cui si trovano gli stabilimenti di Western Digital, Toshiba ma anche di altri importanti marchi e società che realizzano dischi fissi e componenti per questo mercato.
Sembra però che la tragedia della Thailandia e lo stop obbligatorio alla produzione locale non sia alla base della impennata dei prezzi in corso in USA. I costruttori più importanti come Western Digital e Toshiba hanno incrementato la produzione in altri stabilimenti, Seagate non ha alcun impianto nelle zone colpite dall’alluvione, mentre le scorte presenti tra canale e magazzini sono solitamente sufficienti per soddisfare la domanda del mercato per circa 8 settimane. Per tutte queste ragioni il balzo sembra per il momento generato dalla corsa agli acquisti, alimentata anche dagli allarmi lanciati da analisti e media. Per il momento non è chiaro chi stia beneficiando di questa situazione tra costruttori, distributori o rivenditori, mentre a pagarne il prezzo per il momento sono i singoli utenti costretti ad acquistare una unità HD proprio in questo momento delicato o gli operatori che stanno facendo scorte per evitare di rimanere sprovvisti di dischi fissi.
Per quanto riguarda l’Italia nel momento in cui scriviamo i prezzi dei dischi fissi non sembrano aver subito incrementi di sorta ne tanto meno nelle percentuali osservate in USA ma è molto probabile che il balzo dei prezzi arriverà anche nel nostro Paese se la situazione in USA non cambierà a breve.