E venne così il giorno di Nokia. Per meglio dire, “sarebbe dovuto essere il giorno di Nokia”. Elop e soci hanno rivelato i loro primi due attesi smartphone con Windows Phone, Lumia 800 e 710. Novità? “Ni”.
“Ni” perché Windows Phone è Windows Phone, già lo conosciamo, l’abbiamo visto, preciso identico, montato su altri “n” smartphone. Non basta una riedizione di Ovi Maps e di Ovi Music per far passare come novità qualcosa che nuovo non è assolutamente, in barba agli strilli da venditore di cocco di Kevin Shields, o alla fiducia del buon Elop, che ha tentato di definirlo il “primo vero Windows Phone”, frase più di effetto che di sostanza. Una delle ragioni per cui il CEO dell’azienda finnica avrebbe scartato in passato un accordo fra Nokia e Android era legata alla difficoltà di distinguersi efficacemente dagli altri concorrenti adottando il sistema operativo di Google. Il risultato è che ora Nokia si distingue dagli altri licenziatari di WP7 per circa 3 applicazioni.
“Ni” anche perché il Lumia 800, pregevole smartphone con telaio in policarbonato e schermo AMOLED nonché dispositivo di punta, non è altro che un N9, il primo (e forse ultimo) smartphone Nokia con Meego, con il sistema operativo della finestre. Peccato che – almeno a parere di chi scrive – l’N9 appaia molto più interessante, se non altro per la presenza sotto la scocca di quello che avrebbe potuto essere il vero erede di Symbian.
Invece il Lumia 800 e il 710 non sono altro che il frutto di un’esternalizzazione degli oneri software verso Redmond, che probabilmente è l’azienda che più ha beneficiato dell’accordo, potendo montare il suo sistema operativo sui dispositivi di quello che resta ancora il leader di mercato dei dispositivi mobili.
A questa stregua la vera novità non è la linea Lumia e né Windows Phone. La novità si chiama Asha, nuova linea di 4 cellulari low cost, pensati principalmente per i mercati emergenti e caratterizzati da un costo estremamente contenuto, nonostante offrano tutte le funzionalità tipiche degli smartphone di fascia alta: email, internet, social network, 3G e pure dual SIM. Tutto ciò a costi compresi fra 60 e 115 euro, tasse escluse.
Ecco, forse è la cosa più interessante della conferenza di oggi: l’impegno verso un mercato realmente emergente, in impegno che può rappresentare probabilmente un futuro slancio verso una rivoluzione, si badi, non tecnologica, ma sociale, che coinvolge(rà) milioni di persone. La rivoluzione di Nokia potrà arrivare passando non da Redmond ma più probabilmente da Nuova Delhi o da Islamabad.