Palmer Luckey, il fondatore di Oculus, ha lasciato Facebook. Ricordiamo che tecnologia, visore e startup creati da Luckey sono stati acquistati nel 2014 dal colosso dei social di Mark Zuckeberg per una somma di due miliardi di dollari, un investimento che puntava all’espansione di Facebook nell’hardware non solo per videogiochi e intrattenimento ma anche per trasportare la comunicazione social nella realtà virtuale.
Giovane – nonostante i traguardi già raggiunti Luckey ha solo 24 anni – e con un carattere volubile, Luckey aveva dimostrato poco tatto con il mondo del mercato. Prima dell’acquisizione da parte di Facebook aveva dovuto fare i conti con problemi di vario tipo, dalla spedizione al costo del visore, giudicato troppo alto. La sua aperta vicinanza al candidato repubblicano Donald Trump non era piaciuta ai dipendenti, una questione che secondo alcuni osservatori avrebbe causato malcontento.
Più criticabile il comportamento che si è scoperto relativamente a uno pseudonimo che usava per attaccare la Clinton e fondi che aveva dato a Nimble America, azienda che creava meme contro l’allora candidata alla Casa Bianca. Luckey aveva cercato di risolvere il problema scusandosi pubblicamente («Le mie azioni sono personali e non rappresentano Oculus. Mi dispiace per l’impatto che le mie azioni stanno avendo sulla comunità») ma ormai il danno di immagine era fatto.
Nonostante la sua ingenuità, Luckey è un designer di talento che ha dimostrato la capacità di rinvigorire un settore che ormai molti ritenevano morto e sepolto. Che cosa farà in futuro non è chiaro ma ha certamente la forza, e anche le possibilità economiche, di dimostrare di essere ancora un protagonista del settore. L’importante è che abbandoni meme, pseudonimi e politiche populiste e si dedichi a ciò che sa fare meglio.
A questo indirizzo trovate un nostro articolo con l’incredibile storia di come nacque l’interesse di Palmer Luckey per il mondo della Realtà Virtuale, dei visori e sulla nasciata di Oculus.